venerdì 23 giugno 2023
Kim Aris si rivolge al mondo intero: «Bisogna fare di più, bisogna fare pressioni più forti» per liberare la leader dell'opposizione condannata a 33 anni
Una manifestazione a Bangkok per la liberazione della leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi

Una manifestazione a Bangkok per la liberazione della leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi - Reuters

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La sorte della personalità sempre in primo piano nella lotta dei birmani per la democrazia, Premio Nobel per la Pace nel 1991, rischia di essere dimenticata. Aung San Suu Kyi ha compiuto 78 anni il 19 giugno, agli arresti dove si trova dal colpo di stato del primo febbraio 2021 con cui i militari hanno ripreso il potere in Myanamar. Dopo le prime condanne, la donna ha davanti a sé nuovi processi e la prospettiva di aggiungere altri decenni in carcere ai 33 già sentenziati.

Il figlio 46enne di Aung San Suu Kyi, Kim Aris

Il figlio 46enne di Aung San Suu Kyi, Kim Aris - Web

“Non posso lasciare che mia madre marcisca in prigione”. Così il 46enne Kim Aris, figlio minore della leader politica birmana e dello storico Michael Aris deceduto nel 1999, ha riproposto al servizio in lingua birmana dell’emittente britannica Bbc la sorte della madre, invitando il mondo a "fare pressioni più forti" per aiutare Aung San Suu Kyi. Dando così un sostegno al popolo birmano vittima di un conflitto interno in cui i militari – “che non vinceranno mai questa guerra” - giocano il tutto davanti a una resistenza armata in crescita e una opposizione guidata dalla clandestinità da un governo di unità nazionale composto soprattutto da esponenti della Lega nazionale per la democrazia co-fondata da Aung San Suu Kyi e sfuggiti alla persecuzione.

Persecuzione che ha invece portato prima agli arresti domiciliari e dallo scorso anno all’isolamento in carcere il simbolo stesso della volontà dei birmani di affrancarsi dal controllo delle forze armate durato mezzo secolo e poi ripreso due anni fa dopo un decennio in cui Aung San Suu Kyi e la Lega hanno cercato di consolidare la democrazia parlamentare nonostante i molti limiti e la costante pressione dei militari.

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