lunedì 10 gennaio 2011
Lo hanno riferito, nel secondo giorno del referendum di una settimana sull'indipendenza del Sud, i leader della contesa regione di Abyei. Secondo gli analisti, Abyei è l'area in cui è più probabile che le tensioni Nord-Sud sfocino in violenze durante il voto, punto di arrivo di un difficile accordo di pace che ha messo fine a decenni di guerra civile. Il Sud dovrebbe separarsi dal Nord a maggioranza islamica, privando Khartoum del grosso delle sue riserve petrolifere.
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Almeno 36 persone hanno perso la vita negli scontri con nomadi arabi vicino al confine tra il Nord e il Sud del Sudan. Lo hanno riferito oggi, nel secondo giorno del referendum di una settimana sull'indipendenza del Sud, i leader della contesa regione di Abyei. Secondo gli analisti, Abyei è l'area in cui è più probabile che le tensioni Nord-Sud sfocino in violenze durante il voto, punto di arrivo di un difficile accordo di pace che ha messo fine a decenni di guerra civile. Il Sud dovrebbe separarsi dal Nord a maggioranza islamica, privando Khartoum del grosso delle sue riserve petrolifere.L'alto funzionario del Sud, Luka Biong, ha condannato gli scontri e ha detto a Reuters che entrambe le parti stanno tentando di risolvere l'aspra disputa su Abyei nel quadro dei negoziati, che vertono anche su come le regioni si divideranno gli introiti petroliferi dopo la divisione.In un altro sviluppo della vicenda, l'ex-presidente Usa Jimmy Carter ha detto alla Cnn che il presidente sudanese Omar Hassan al-Bashir si è offerto di assumere tutto il debito del Paese nel caso in cui il Sud si separerà. L'offerta, se confermata, sarebbe un gesto significativo da parte di Bashir e toglierebbe un enorme peso finanziario al Sud nei primi giorni della sua attesa indipendenza.La violenza ad Abyei segue un avvertimento lanciato dal presidente americano Barack Obama ai leader sia del Nord che del Sud di non usare la forza nel periodo del voto, mettendo in luce i timori internazionali che entrambe le parti possano tornare alle tattiche usate in passato. Ieri il portavoce dell'esercito del Nord ha negato qualunque coinvolgimento negli scontri.Una fonte Onu ha detto a Reuters che ci sono notizie secondo cui i combattenti di Misseriya oggi si stiano raggruppando a Golih Langar, 25 chilometri a nord della cittadina di Abyei, quartier generale dei peacekeeper delle Nazioni Unite nella regione e di gruppi umanitari internazionali.«Domenica un gran numero di combattenti di Misseriya ha attaccato il villaggio di Maker, sostenuto dalla milizia governativa. È stato il seguito degli attacchi del 7 e dell'8. Il primo giorno è morta una persona, il secondo ne sono morte nove, ieri 13. Erano tutti residenti di Maker», ha detto il portavoce dell'amministrazione di Abyei.Il portavoce dell'esercito del Sud, Philip Aguer, ha detto che i combattenti catturati dopo gli scontri con la milizia Galwak Gai nello stato di Unity alla vigilia del voto hanno detto di essere stati mandati da Khartoum.«È l'ultimo tentativo di cercare di ostacolare il processo di voto ma non ci riusciranno», ha detto Aguer. Il leader di Misseriya, Mokhtar Babo Nimr, ha detto che 13 dei suoi uomini hanno perso la vita nello scontro di ieri e ha accusato il Sud di avere iniziato.«Ci hanno attaccati perché non vogliono che gli arabi vadano a Sud per abbeverare le greggi, ma il bestiame ha bisogno d'acqua e loro ci andranno. Se continuano a ostacolarci nello spostamento a Sud questa lotta continuerà».
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