sabato 25 novembre 2023
Parla Stefania Rigotto dell'Unrwa, l’agenzia Onu per i profughi palestinesi: «Spero che questo incubo finisca presto, i rifugi sono pieni, le necessità enormi»
Stefania Rigotto nella Striscia di Gaza

Stefania Rigotto nella Striscia di Gaza - Unrwa, Fadi Thabet

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Ha deciso di restare a Gaza nonostante la guerra, nonostante la possibilità di evacuare proprio quando le deflagrazioni colpivano anche gli uffici delle Nazioni Unite. Stefania Rigotto è uno dei funzionari dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu nata per assistere i profughi palestinesi a Gerusalemme Est, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza: «Circa 1,7milioni di rifugiati registrati nella Striscia – ricorda – su una popolazione totale di 2,1 milioni». Nelle sue parole c’è la determinazione a proseguire e la speranza che un cessate il fuoco duraturo possa consentire di mettere in sicurezza i civili e ricostruire i livelli minimi di assistenza in un contesto sempre più esplosivo.

Quale è la situazione per i civili oggi?

Purtroppo tutti i rifugi sono pieni, i bisogni sono enormi (acqua, cibo, coperte per il freddo), e non c’è posto per tutti e molti sono letteralmente per strada e attrezzano piccoli ripari con quello che trovano. Stanno nascendo tendopoli soprattutto intorno ai nostri rifugi. Perché la gente pensa e spera che mettendosi a ridosso delle strutture Onu possano stare più al sicuro.

È così?

Purtroppo no. A oggi abbiamo avuto 93 incidenti con impatto, alcune volte diretto altre indiretto. I nostri edifici sono stati direttamente colpiti o hanno subito danni collaterali.

Di chi è la responsabilità?

Non siamo in grado di dire se una esplosione è stata provocata da una parte o dall’altra. Quello che sappiamo è che ci sono state. Spesso hanno colpito edifici vicini, ma come conseguenza vi sono stati una serie di danni collaterali alle nostre strutture. Abbiamo avuto 24 edifici che sono stati colpiti direttamente, incluse scuole, cliniche, un centro di distribuzione, e 47 edifici hanno subito danni a causa di esplosioni nelle vicinanze.

Bambini giocano per strada nella Striscia di Gaza

Bambini giocano per strada nella Striscia di Gaza - Unrwa, Fadi Thabet

Che genere di attività svolgete?

Unrwa fornisce dei servizi di base ai rifugiati palestinesi registrati, inclusa l’istruzione. Ci sono 183 scuole gestite dalla nostra agenzia, scuole primarie e secondarie, per un totale di quasi 290 mila studenti. Ci sono anche due centri di formazione professionale, come dei college, ma poi forniamo anche servizi sanitari di base attraverso 22 cliniche che si trovano in tutta la Striscia di Gaza.

Quali erano i principali bisogni prima del 7 ottobre?

Per esempio ogni trimestre viene fornito alle famiglie più vulnerabili un aiuto alimentare di base, poi ci sono servizi sociali per problemi nelle famiglie, come la violenza domestica, oppure l’attenzione ai bambini che hanno maggiore bisogno di cure psicosociali.

E i maggiori problemi da affrontare?

Innanzitutto il fatto che ci si trova a lavorare in un’area con la più alta densità di popolazione del mondo e con un tasso di disoccupazione di quasi il 47% e un tasso di povertà e insicurezza alimentare di circa il 63%. Quindi la popolazione dipende dall’assistenza dell’Unrwa che ha uno staff di 13mila persone, essi stessi rifugiati palestinesi.

Cosa spera per i prossimi giorni?

La fine di questo incubo, anche noi siamo stremati e non ce la facciamo più.

Unrwa, Fadi Thabet


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