martedì 15 dicembre 2009
I piccoli, di età compresa tra i 3 e gli 11 anni, quattro maschi e due femmine, sono morti in seguito all'esplosione accidentale di un vecchio residuato bellico a Balambane, un piccolo villaggio del centro ovest del Paese, poco distante dalla frontiera etiopica. I ragazzi stavano preparando il cibo con i genitori ed un altro fratellino, sopravvissuti.
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Sei bimbi, sei fratellini, tra i tre e gli 11 anni, quattro maschi e due femmine, sono morti in seguito all'esplosione accidentale di una mina, un vecchio residuato bellico. È l'ennesima, indicibile tragedia avvenuta ieri pomeriggio a Balambane, un piccolo villaggio del centro ovest della Somalia, poco distante dalla frontiera etiopica. I ragazzi stavano preparando il cibo con i genitori ed un altro fratellino, molto piccolo: questi ultimi sono miracolosamente salvati.Ma la tragedia dei sei fratellini non è un incidente casuale, è uno spettro che incombe sull'intera Somalia, al di là della guerra civile infinita. Balambane era infatti una base militare dell'esercito somalo nel corso del conflitto con l'Etiopia alla fine degli anni Settanta. Tutta l'area, quindi, pullula di ordigni bellici inesplosi. Così come, più in generale, gran parte della fascia confinaria tra Somalia ed Etiopia.Secondo un rapporto del Mine Action Center, organismo Onu, in Somalia ci sono almeno 357 comunità intorno alle quali ci sono mine inesplose: un fenomeno iniziato addirittura con la guerra del '64. Moltissime poi le mine anche intorno a tutte le località strategiche e sensibili. Una vecchia spada di Damocle -nessuno neanche immagina una bonifica nell'attuale situazione somala- che incombe su una guerra civile che dura da altre 20 anni. E che ha accelerato dal maggio del 2007, quando gli Shabaab (ritenuti il braccio armato somalo di al Qaida) hanno lanciato una grande offensiva contro il Governo Federale di Transizione, internazionalmente riconosciuto, ma molto debole sul territorio. Da allora solo a Mogadiscio si sono contati circa 20.000 morti, quasi tutti civili ed 1,5 milioni di profughi. Shabaab, con altri alleati, controlla circa l'80% della Somalia, e quasi tutta Mogadiscio. Ora sta cercando di infiltrarsi nel Puntland, regione semiautonoma del nord est della Somalia, le cui coste sono la Tortuga dei pirati somali.
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