giovedì 28 luglio 2011
Violenta battaglia tra le forze del governo somalo, supportate dai soldati dell'Unione Africana (Ua), contro i ribelli: «almeno quattro morti». Illuminazione di Palazzo Marino, Mole Antonelliana e Colosseo su iniziativa di Agire. Partito il ponte aereo del Pam per Dadaab. VAI AL DOSSIER
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Una violenta battaglia si è verificata per le strade di Mogadiscio, tra le forze del governo somalo, supportate dai soldati Amisom, la forza dell'Unione Africana (Ua), contro i ribelli somali Shabaab ai quali sono stati sottratti alcuni quartieri della capitale somala. Lo scrive il sito di informazione somalo Shabelle, secondo il quale «almeno quattro persone sono morte nei violenti combattimenti e altre dieci rimaste ferite». Le forze somale sono penetrate nei «quartieri di Ali Kamin e Suq Bàad area e vicino allo stadio di Mogadiscio», una delle basi degli integralisti legati ad al Qaida.Intanto dalle 22 di stasera alle 2 del 31, le pareti della Mole Antonelliana a Torino, e di Palazzo Marino a Milano faranno da sfondo alla proiezione dell'sms solidale di Agire 45500 mentre il Colosseo, a Roma, resterà acceso con illuminazione notturna straordinaria. È un'iniziativa ideata da Agire (Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze) per sensibilizzare l'opinione pubblica su una crisi umanitaria che - afferma l'organizzazione in una nota - «si sta consumando nell'indifferenza quasi totale: la gravissima siccità che ha colpito oltre 11 milioni di persone in Africa Orientale».«La situazione ha ormai largamente superato il livello d'allerta -  dice Marco Bertotto, direttore di Agire  - per questo abbiamo deciso di denominare la nostra operazione a Torino, Milano e Roma Red Alert - Codice Rosso. In alcune regioni della Somalia è già stato dichiarato lo stato di carestia. Se non si mette in atto un'azione decisa e immediata per portare aiuti, migliaia di vite peseranno sulla nostra coscienza. Illuminare i luoghi simbolo delle tre maggiori città italiane speriamo possa servire a dare luce e visibilità a questa terribile crisi umanitaria, mettendo in moto la solidarietà che gli italiani hanno sempre dimostrato in queste occasioni».45500 è il numero solidale che permette di sostenere i programmi umanitari delle organizzazioni della rete di Agire, attive in Somalia, Kenya e Etiopia con oltre 1.200 operatori umanitari che lavorano per garantire sicurezza alimentare, assicurare forniture di acqua potabile e supportare i sistemi sanitari locali. Il numero 45500 è attivo fino al 12 agosto e consente di donare due euro tramite Sms da cellulari Tim, Vodafone, Coopvoce, PosteMobile e Noverca o chiamando da rete fissa Telecom o Teledue. L'operazione Codice Rosso è realizzata grazie alla collaborazione con i Comuni di Milano, Roma e Torino.VIA AL PONTE AEREODagli uffici di Ginevra dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Acnur), si fa un nuovo bilancio umanitario che non può rassicurare nessuno: «Almeno 100mila sfollati hanno raggiunto la capitale somala Mogadiscio nell’arco degli ultimi due mesi». Vivian Tan, portavoce dell’Acnur, ha precisato che «solo nel mese di luglio, circa 40mila civili sono arrivati a Mogadiscio in cerca di cibo e acqua per le loro famiglie, mentre altri 30mila si sono trasferiti nella periferia della città». I dati delle Nazioni unite parlano di almeno 3,7 milioni di somali colpiti dalla crisi, 2,8 dei quali risiedono nelle regioni di Bakool e Basso Shabele, decretate settimana scorsa «zone di carestia». In queste due regioni, «oltre il 30% della popolazione e più di sei bambini ogni diecimila muoiono quotidianamente», assicurano le agenzie dell’Onu. Una «crisi senza precedenti» che necessita, di conseguenza, «una risposta ugualmente senza precedenti». Lo ha confermato ieri la commissaria per gli aiuti umanitari dell’Unione europea (Ue), Kristalina Georgieva, tornata da una missione d’emergenza in Kenya e Somalia. Bruxelles ha infatti deciso di stanziare 27,8 milioni di euro, a cui ne aggiungerà altri 60 milioni nel futuro prossimo; milioni che si sommeranno ai 70 già erogati per combattere quella che - sempre secondo le Nazioni Unite - è la più grave emergenza umanitaria africana dagli anni Cinquanta. «Questa decisione porterà il nostro aiuto a circa 158 milioni di euro complessivi», ha precisato la commissaria Ue. Sono 400 mila le persone che vivono a Dadaab, il campo di rifugiati più grande al mondo, nato per accoglierne solo 90 mila. Secondo le statistiche delle organizzazioni umanitarie e dei governi coinvolti, la siccità che ha colpito vaste aree del Corno d’Africa sta provocando terribili sofferenze ad almeno 11 milioni di persone. I rifugiati sono circa 800mila e la metà si trova a Daadab. Inoltre, 1,5 milioni di somali sono al momento sfollati all’interno del proprio Paese. Diverse misure sono state adottate per affrontare questa crisi. Dopo qualche ritardo, una nota del Programma alimentare mondiale (Pam) rende noto che «un aereo è partito oggi da Nairobi, diretto a Mogadiscio con un carico di almeno 10 tonnellate di cibo ad alto contenuto energetico e destinato ai bambini malnutriti». Il comune di Parigi, invece, emana un comunicato stampa facendo sapere che «nei prossimi giorni verranno versati 200mila euro per finanziare progetti di approvvigionamento di acqua e derrate alimentari di prima necessità». Le agenzie umanitarie scelte dalla capitale francese sono Action contre la faim (Acf) e Acted, «le quali agiranno nel Sud della Somalia e nel nord del Kenya», conclude la nota. Parigi ha anche dichiarato di associarsi all’appello dell’Unicef, diffondendo il comunicato nella capitale e sul sito Internet del comune. Diverso, però, l’allarme che giunge dalla periferia di Mogadiscio. Alcuni testimoni hanno dichiarato di aver visto almeno trecento ribelli qaedisti dell’al Shabaab, armati e pronti per una nuova offensiva contro il fragile governo somalo durante il Ramadan. Matteo Fraschini Koffi
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