sabato 23 settembre 2023
L'attacco, attribuito ai qaedisti di al-Shabaab, è avvenuto a Beledweyne, nella regione centrale di Hiiraan. Chiesta all'Onu la proroga di tre mesi del continente internazionale
Un recente attacco dei miliziani di al-Shabaab a Mogadiscio

Un recente attacco dei miliziani di al-Shabaab a Mogadiscio - Ansa

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E' di almeno 18 morti e diversi feriti (si parla di una ventina) il bilancio dell'esplosione di un camion bomba lamnciato contro un posti di blocco vicino alla città di Beledweyne, nella regione di Hiiraan nella Somalia centrale. Lo riferiscono fonti mediche e della sicurezza. A essere colpito da un attentatore suicida è stato un checkpoint, mentre la polizia punta il dito contro i miliziani di al-Shabaab, vicini ai gruppi qaedisti che operano nel Corno d'Africa.

Il tutto avviene a poche ore dalla richiesta della Somalia di tre mesi di proroga per la riduzione delle forze dell'Unione Africana (Ua) presenti nel Paese dopo aver registrato "diverse battute d'arresto" dalla fine dello scorso agosto nella lotta contro il gruppo jihadista di al-Shabaab. Nella lettera spedita all'Onu e scritta dal consigliere per la sicurezza nazionale somala si chiede un posticipo di 90 giorni per la seconda fase del ritiro programmato, che coinvolge 3.000 soldati entro la fine di questo mese.
Una fonte diplomatica ha confermato l'autenticità del documento e un'altra fonte vicino al dossier ha pure affermato l'invio della richiesta. Secondo le risoluzioni dell'Onu il ritiro graduale della missione dell'Ua in Somalia, nota con l'acronimo Atmis, dovrebbe essere ultimato alla fine del prossimo anno, con il totale passaggio della sicurezza all'esercito nazionale e alla polizia.
Questo mette in difficoltà il Paese del Corno d'Africa, dove il primo schieramento dell'Ua risale al 2007 con un mandato di sei mesi, mentre le sue forze rimangono ancora sul campo. La prima fase del ritiro si è chiusa il 30 giugno scorso e ha riguardato 2.000 soldati, con la consegna di sei basi militari alle forze somale.

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