venerdì 15 luglio 2011
Le forze siriane avrebbero ucciso almeno 14 persone durante le rivolte antigovernative di oggi, che hanno portato in piazza migliaia di dimostranti - oltre un milione di persone secondo gli oppositori -, trasformandosi così nelle più ampie da quando è partita la protesta più di quattro mesi fa.
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Le forze siriane hanno ucciso almeno 14 persone durante le rivolte antigovernative di oggi, che hanno portato in piazza migliaia di dimostranti - oltre un milione di persone secondo gli oppositori -, trasformandosi così nelle più ampie da quando è partita la protesta più di quattro mesi fa. Come hanno sottolineato testimoni e attivisti, si tratta di una significativa dimostrazione di forza per i manifestanti che sono scesi in piazza anche nella capitale, Damasco, sede del potere del regime e che finora è stata relativamente tranquilla. La folla è scesa in strada anche nelle zone dove la repressione del governo è stata più intensa, segno che le forze del presidente Bashar Assad non possono soffocare rivolte sempre più coraggiose. Le proteste si sono estese da Damasco e dalle sue periferie, alle province Hasakeh e Idlib nel nord, Daraa nel sud e Latakia, sulla costa. Migliaia le persone che si sono ritrovate nelle città di Homs e Hama in Siria centrale, dove la tensione è più alta. "Si è scatenato l'infermo, il fuoco è stato intenso", ha raccontato un attivista di Daraa ad Associated Press, chiedendo che il suo nome non sia pubblicato per timore di rappresaglie governative. Gli attivisti sostengono che il giro di vite del governo dall'inizio delle proteste abbia ucciso circa 1.600 persone, molte delle quali manifestanti disarmati. La televisione di Stato siriana, invece, ha riportato che uomini armati hanno aperto il fuoco contro i manifestanti e le forze di sicurezza uccidendo un civile a Idlib, un altro a Qaboun, quartiere di Damasco, e otto agenti di polizia a Homs. "Il numero di manifestanti a Damasco - dichiara l'attivista Mustafa Osso - mostra che la rivolta sta guadagnando slancio settimana dopo settimana, giorno dopo giorno". Osso ha anche aggiunto che Hama, la quarta città più grande della Siria, è fuori dal controllo del governo e inizia a essere in forte difficoltà per la mancanza di medicine e cibo. Inoltre i rifiuti in strada, non raccolti da settimane, stanno provocando la trasmissione di molte malattie.
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