mercoledì 8 agosto 2012
​Nella notte estesi bombardamenti e di primo mattino avanzata dei mezzi corazzati protetti dagli elicotteri da combattimento. Un primo bilancio delle vittime indica 15 morti. L'Iran prepara un incontro internazionale a Teheran sulla Siria.
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È cominciata la grande offensiva dell'esercito siriano ad Aleppo, preceduta nella notte da estesi bombardamenti e di primo mattino dall'avanzata dei mezzi corazzati protetti dagli elicotteri da combattimento. È stata battaglia soprattutto nel quartiere centro-meridionale di Salahedin, prima perduto e poi in parte riconquistato dai ribelli, che hanno rivendicato anche la distruzione di alcuni carri armati e addirittura l'abbattimento di un caccia-bombardiere 'Mig'.Un primo bilancio delle vittime indica 15 morti, a cui se ne aggiungono almeno altre 43 in tutto il paese: 36 sono civili, 16 soldati governativi e sei ribelli. Sotto i bombardamenti ci sono anche i quartieri di Qatarji, Tariq al-Bab e Shaar.Si chiariscono, intanto, i contorni della fuga dell'ex primo ministro siriano. Riad Hijab è arrivato oggi in Giordania dalla Siria, dove era rimasto nascosto fino a ieri. "Hijab e i membri della sua famiglia", ha spiegato il ministro dell'Informazione del regno hashemita, Samih Maayatah, "sono entrati in Giordania nelle prime ore della giornata odierna". Dal canto suo il Coordinamento locale dei comitati siriani ha fatto sapere che Hijab era rimasto bloccato nella provincia di Daraa dopo l'annuncio della sua defezione, arrivata grazie alla "cooperazione tra l'opposizione siriana e il Libero esercito ribelle". Con Hijab sono fuggiti in Giordania anche due ministri e tre ufficiali dell'esercito siriano.Nel frattempo, dopo una serie di dinieghi ostinati, l'Iran, che prepara un incontro internazionale a Teheran sulla Siria contando sulla partecipazione di una decina di Paesi, ha dovuto riconoscere che vi sono anche alcuni militari e membri delle Guardie della Rivoluzione, i cosiddetti 'pasdaran', tra gli oltre quaranta connazionali fatti prigionieri dagli insorti il 4 agosto a Damasco: ma si tratterebbe di elementi ormai a riposo, pensionati senza più collegamenti con l'apparato militare di Teheran, recatisi in Siria solo per motivi di pellegrinaggio religioso.
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