martedì 10 ottobre 2017
Tra loro donne e bambini attaccati per strada dai ribelli ugandesi dell'Adf. Tra le vittime anche due caschi blu della missione Onu della città orientale di Beni, nel Nord Kivu
Militari dell'esercito regolare congolese in un'azione di pattugliamento contro gli sconfinamenti dall'Uganda dei gruppi armati (Ansa)

Militari dell'esercito regolare congolese in un'azione di pattugliamento contro gli sconfinamenti dall'Uganda dei gruppi armati (Ansa)

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Un gruppo di civili è stato sgozzato in un’imboscata a Beni, cittadina del Nord Kivu, provincia orientale della Repubblica democratica del Congo. I morti sono almeno 22, inclusa una donna. «I ribelli musulmani ugandesi delle Forze democratiche alleate (Adf) hanno lanciato il loro primo attacco di quest’anno contro la popolazione locale – hanno sottolineato ieri fonti locali –. Il massacro è avvenuto il 7 ottobre lungo la strada tra Kamango e Mbau». Secondo le prime ricostruzioni, le vittime sono state colpite mentre viaggiavano su una decina di moto-taxi che sono stati assaltati dai miliziani ugandesi che operano al confine. «Domenica abbiamo iniziato a preoccuparci della scomparsa di oltre una ventina di persone – ha detto alla stampa una fonte del posto che preferisce mantenere l’anonimato –. Alla fine solo tre uomini e sette donne sono riusciti a scampare alla tragedia» e a riferire questo è successo. Violenze simili contro civili e religiosi, caratterizzate anche da sequestri di persona, sono avvenute frequentemente nella stessa zona tra il 2014 e la fine del 2016. Nello stesso attacco sono stati uccisi anche due peacekeeping dell'Onu. Lo ha riferito Florence Marchal, portavoce della missione delle Nazioni Unite.

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