sabato 24 aprile 2010
Cinque le esplosioni nella capitale, gli sciiti nel mirino: almeno un centinaio i feriti. A pochi giorni dall’uccisione dei capi della Rete, da parte delle forze di sicurezza, gli estremisti sono tornati in azione Grave attentato anche a Khalidiya contro un giudice: l’uomo è rimasto illeso, ma è stata sterminata un’intera famiglia.
- Iraq, debolezza politica e lotta al terrorismo di Riccardo Redaelli
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Cinque autobomba, almeno settanta morti, quasi duecento feriti, tutti obiettivi sciiti nel mirino nella capitale Baghdad. Dopo la “decapitazione” di al-Qaeda in Iraq avvenuta domenica, ieri è arrivata la risposta della rete del terrore. Furiosa. «Rabbiosa e isterica», come hanno detto le forze di sicurezza irachene. L’attacco più devastante è stato messo a segno nel grande e degradato sobborgo sciita della capitale, Sadr City. Due autobomba sono esplose davanti ad una sede della corrente politica che fa capo al leader radicale sciita Moqtada Sadr. Solo qui i morti sono stati oltre 35 e i feriti oltre 50. Quasi allo stesso tempo, altre due autobomba e un ordigno sono esplosi davanti ad altrettante moschee, mentre i fedeli uscivano dopo aver partecipato alla preghiera settimanale del venerdì, uccidendo in tutto una quindicina di persone e ferendone oltre venti. Si tratta di tre famose moschee sciite, quella di Abdel Hadi Chalabi, intitolata al padre di un noto uomo politico, nel quartiere settentrionale Hurriya; quella di Mohsen al Hakim, ad al-Amine, nella parte orientale della città, e quella di al Sadrein a Zafaraniya, in centro. E non è ancora tutto. Poco dopo, tre bombe sono esplose in un mercato popolare sempre nel centro, nel quartiere Dora causando il ferimento di una decina di persone.Nella città di Khalidiya, 85 chilometri ad Ovest di Baghdad, nella provincia sunnita di al-Anbar, le bombe, ben sei, sono esplose invece di primo mattino, e avevano un chiaro obiettivo designato: un giudice istruttore antiterrorismo, e dei funzionari di polizia. Il giudice è rimasto illeso, ma un commissario e sei membri della sua famiglia non sono stati così fortunati. Sono morti sotto le macerie della loro casa, e una decina di altre persone sono rimaste ferite.Secondo il generale Qasim Attah, portavoce della sicurezza irachena, la nuova ondata di stragi che ha colpito ieri il Paese «rappresenta la reazione isterica, rabbiosa di al-Qaeda all’uccisione dei suoi leader». Il generale ha poi aggiunto che i suoi uomini «hanno disinnescato nove ordigni». Secondo fonti della sicurezza irachena al giornale arabo al-Hayat, i vertici di al-Qaeda in Iraq si preparano a nominare il loro nuovo leader . «Abbiamo saputo che dopo la loro uccisione il gruppo terroristico si sta riorganizzando – ha spiegato la fonte –. Analizzando il computer di al-Baghdadi abbiamo scoperto che contiene un vero tesoro di informazioni con i nomi e l’organigramma del gruppo. Ci sono 11 dirigenti di al-Qaeda in Iraq che hanno la possibilità di essere nominati come successori di al-Baghdadi, oltre a un gruppo di 6 terroristi che sono dirigenti di riserva del gruppo. Quello che è certo è che il prossimo leader porterà ugualmente il nome di battaglia di al-Baghdadi».L’ennesima giornata di sangue “cade” in una fase di estrema incertezza nella vita politica del Paese. Un vero e proprio vuoto di potere che in qualche modo può favorire chi vuole seminare morte e distruzione. Ieri il leader della lista irachena al-Iraqiya, Iyad Allawi – uscito per un soffio vincitore dalle elezioni – si è detto disponibile a formare un governo con la lista del premier al-Maliki e attendo di incontrarlo da un momento all’altro».
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