mercoledì 7 febbraio 2024
Colpo di mano di Macky Sall. I disordini dopo che il Parlamento ha ratificato il disegno di legge volto a rinviare le elezioni del 25 febbraio. In manette l'ex premier e tre deputati
Da domenica la capitale senegalese Dakar è in preda agli scontri

Da domenica la capitale senegalese Dakar è in preda agli scontri - Reuters

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L'opposizione grida al "golpe bianco", una ex premier tre deputati dell'opposizione sono stati arrestati e di fatto da domenica il Senegal è sprofondato nel caos. Dopo che il Parlamento ha ratificato il disegno di legge volto a rinviare le elezioni presidenziali, fissate per il 25 febbraio, al 15 dicembre 2024. Elezioni procrastinate per volere del presidente Macky Sall che poi ha fatto ratificare in Parlamento dall'Assemblea che controlla. La legge è stata adottata nella notte tra lunedì e martedì quasi all'unanimità, con 105 voti favorevoli e un voto contrario, dopo che i deputati dell'opposizione che avevano ostacolato il voto sono stati portati via con la forza dalla gendarmeria. Ieri anche tre deputati dell'opposizione sono finiti in cella. L'atro ieri anche l'oppositrice ed ex primo ministro del Senegal, Aminata Touré, era stata arrestata a Dakar dalla gendarmeria mentre partecipava a una manifestazione dell'opposizione contro il rinvio delle elezioni presidenziali.
La tensione è altissima in un Paese considerato negli ultimi anni un'isola di stabilità nell'Africa occidentale. L'annuncio del presidente Macky Sall di voler rinviare le elezioni presidenziali previste per il 25 febbraio, era arrivato poche ore prima dell'apertura della campagna elettorale. da allora sono cominciate le proteste a Dakar. Solo ieri almeno 150 persone sono state arrestate. Da Washington, il portavoce del Dipartimento di Stato, Vedant Patel, si è detto «profondamente preoccupato per la situazione». Anche l’Onu monitora gli sviluppi della situazione.

Il presidente senegalese Macky Sall

Il presidente senegalese Macky Sall - Reuters

Domenica le autorità avevano già represso i primi tentativi di assembramento e lunedì era stata interrotta la connessione Internet per fermare le mobilitazioni. Con l'adozione della legge da parte del Parlamento, la situazione in un Paese che ha regolarmente eletto i suoi presidenti e non ha mai subito un colpo di Stato, rimane estremamente instabile. Sall, va ricordato, era tra i presidenti africani (alcuni di essi molto discussi, tra questi il dittatore eritreo Isaias Afeworki) invitati da Palazzo Chigi al vertice Italia-Africa e in preparazione del piano Mattei di fine gennaio e aveva incontrato anche la premier Giorgia Meloni. E proprio la settimana scorsa, il governo Italiano e quello del Senegal ha firmato un Programma di Partenariato Senegal-Italia 2024-2026 per un importo complessivo di 105 milioni di euro, nell'ambito del Vertice Italia-Africa concluso a Roma. A firmare il documento, il vicepresidente del Consiglio dei Ministri e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e il ministro dell'Economia senegalese, S.Doudou Ka. Il Programma prevede interventi nei settori prioritari dello sviluppo rurale, dell'occupazione, del privato, formazione professionale, dell'istruzione, dell'ambiente e della digitalizzazione.

La Comunità degli Stati dell'Africa Occidentale (Ecowas), l'Unione Africana, gli Stati Uniti, l'Unione Europea, la Francia, il Regno Unito e la Germania, importanti partner del Senegal, hanno espresso la loro preoccupazione. Molte organizzazioni di difesa dei diritti, senegalesi e internazionali, hanno condannato le restrizioni di Internet e la sospensione della licenza dela televisione privata Walf TV. Hanno invitato le autorità a vigilare contro l'uso eccessivo della forza, gli arresti arbitrari e gli attacchi alle libertà.
"Il Senegal è stato a lungo considerato un modello di democrazia nella regione. Questa realtò è ora minacciata", ha scritto Human Rights Watch.

La crisi fa temere al Senegal un ritorno ai giorni difficili del marzo 2021 e del giugno 2023, quando i disordini causarono decine di morti e centinaia di arresti. Nonostante l'indignazione ampiamente condivisa sui social network, la protesta contro il rinvio delle elezioni presidenziali non è arrivata in piazza in maniera massiccia. L'Università di Dakar, centro storico della protesta, è chiusa dai disordini del 2023 e il partito antisistema Pastef è stato colpito dagli arresti.



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