martedì 18 febbraio 2014
I dimostranti antigovernativi hanno assaltato la sede del Partito delle regioni del presidente Viktor Yanukovych. Violenti disordini anche davanti al Parlamento. Ultimatum del governo: via dalla piazza entro sera.
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Bilancio tragico dei disordini avvenuti oggi a Kiev. Cinque manifestanti sono rimasti uccisi e circa 150 feriti negli scontri con la polizia nella capitale dell'Ucraina. Fonti ospedaliere hanno riferito che la maggior parte dei feriti è stata causata dalle bombe stordenti, mentre circa 30 persone sono in condizioni gravi con ferite alla testa. A un uomo è stata amputata una mano. Le vittime sono state colpite da armi da fuoco davanti alla sede del Partito delle regioni del presidente Viktor Yanukovych a Kiev, preso d'assalto. Sono state lanciate pietre e bottiglie incendiarie, che hanno mandato in fiamme parte dell'edificio. Violenti scontri si sono registrati anche davanti al Parlamento ucraino, che oggi aveva in programma l'esame delle riforma costituzionale che dovrebbe ridurre i poteri presidenziali.Il ministero dell'Interno ha lanciato, insieme alle autorità per la sicurezza, un ultimatum ai manifestanti: "Se proseguiranno le proteste saremo obbligati a prendere "gravi misure", si legge in un comunicato in cui si spiega che se la protesta non finirà entro le ore 18, le 17 in Italia, "verrà ripristinato l'ordine con tutti i mezzi legali". Per via dei disordini intanto è stata bloccata la metropolitana di Kiev. La Russia accusa i paesi occidentali. Il Ministero degli Esteri di Mosca, in un comunicato, sottolinea che "ciò che sta succedendo è una diretta conseguenza della politica di connivenza fra i politici occidentali e le agenzie europee, che hanno chiuso gli occhi di fronte alle azioni aggressive delle forze radicali ucraine fin dall'inizio della crisi". Secondo il Cremlino, "l'opposizione non controlla più la situazione tra le sue fila".

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