lunedì 29 maggio 2023
A far crescere le tensioni le ultime elezioni che hanno visto la vittoria di quattro sindaci albanesi. Le dimostrazioni dei serbi sono sfociate in violenze
Le dimostrazioni sono sfociate in violenze

Le dimostrazioni sono sfociate in violenze - Reuters

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Duri scontri in Kosovo fra i manifestanti serbi e i militari Nato della Kosovo Force (KFOR), responsabile per l'ordine e la pace nello Stato balcanico. A Zvecan, città a nord del Paese, 34 soldati, tra cui 14 italiani del IX Reggimento alpini L'Aquila, sono rimasti feriti in seguito al lancio di bombe molotov e altri oggetti incendiari. Di questi, tre sono gravi ma non in pericolo di vita a causa di ustioni e fratture. La Kfor era intervenuta per disperdere i dimostranti serbi che da stamani protestavano davanti al municipio locale contro l'insediamento del nuovo sindaco di etnia albanese. I militari, dopo ripetuti avvisi, hanno fatto uso di granate stordenti, mentre i facinorosi hanno reagito lanciando sassi, bottiglie e bombe incendiarie.

«Voglio esprimere solidarietà ai militari della missione Kfor rimasti feriti in Kosovo durante gli scontri tra manifestanti serbi e polizia kosovara - Ha scritto il ministro degli Esteri Antonio Tajani su Twitter -. Tra di loro 11 italiani, di cui tre in condizioni serie ma non in pericolo di vita. I militari italiani continuano ad impegnarsi per la pace». Anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto ha espresso solidarietà.


Le proteste di Zvecan

Le proteste di Zvecan - Reuters

Le tensioni nel nord del Kosovo sono aumentate dal 23 aprile scorso, giorno delle elezioni locali in quattro comuni a maggioranza serba. La popolazione di Zvecan, Zubin, Potok e Leposavic ha boicottato il voto e così sono stati eletti 4 sindaci di etnia albanese con un astensionismo del 98%. Venerdì scorso, all'insediamento dei primi cittadini, si sono registrati violenti scontri fra polizia e manifestanti serbi locali che cercavano di impedire l'ingresso nei municipi non riconoscendo l'esito delle votazioni.

«Siamo consapevoli e comprendiamo le preoccupazioni sollevate dai nostri partner internazionali – ha detto il premier kosovaro Albin Kurti -, ma ogni altra opzione sarebbe stata un mancato adempimento degli obblighi costituzionali del nostro governo nei confronti dei nuovi sindaci».

L’uso della forza da parte della polizia locale ha scatenato l’ira di Belgrado che ha dispiegato il suo esercito al confine sud.

La forza Nato dispiegata in Kosovo (KFOR) ha dichiarato di aver «rafforzato la sua presenza» nel nord del Paese e ha esortato Belgrado e Pristina a riprendere il dialogo per ridurre le tensioni con l'aiuto dell’Ue.



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