venerdì 11 giugno 2010
Almeno 37 persone sono rimaste uccise oggi e 523 ferite nei disordini etnici scoppiati a Osh, seconda città del Kirghizistan, i più gravi da quando il presidente del Paese centroasiatico è stato deposto ad aprile. Il governo ad interim del Paese, sede di basi militari americane e russe, ha dichiarato lo stato di emergenza a Osh e in diversi distretti rurali.
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Almeno 37 persone sono rimaste uccise oggi e 523 ferite nei disordini etnici scoppiati a Osh, seconda città del Kirghizistan, i più gravi da quando il presidente del Paese centroasiatico è stato deposto ad aprile. Lo ha comunicato il ministero della Salute locale. Il governo ad interim del Paese, sede di basi militari americane e russe, ha dichiarato lo stato di emergenza a Osh e in diversi distretti rurali dopo che centinaia di giovani con armi da fuoco e spranghe si sono scontrati, dando fuoco ai negozi della città.Dopo una breve tregua, nella notte sono scoppiati scontri ancora più violenti, e due ristoranti e un supermercato sono stati incendiati, come ha riferito un testimone Reuters. "Il quartiere uzbeko, Cheryomushki, è in fiamme", ha detto al telefono. "Sono in corso scontri etnici tra kirghizi e uzbeki. Molte persone stanno alzando barricate". Il governo, guidato da Roza Otunbayeva, ha inviato esercito e mezzi blindati per fermare le gang armate che continuano ad aggirarsi per la città con bastoni, pietre e molotov dopo una notte di disordini.SCONTRI ETNICI"Purtroppo per noi, stiamo chiaramente parlando di un faccia a faccia tra due etnie. Abbiamo bisogno di forze e mezzi per calmare questa gente, e questo è quello che stiamo facendo", ha detto Otunbayeva ai giornalisti dalla capitale Bishkek. Le autorità ritengono che i disordini abbiano avuto origine da una rissa in un casinò, per poi degenerare in scontri etnici. Ismail Isakov, ministro della Difesa del governo ad interim, recentemente nominato rappresentante speciale per il Kirghizistan meridionale, è arrivato con il ministro dell'Interno Bolot Sherniyazov a Osh. La città, che conta 200mila abitanti e si trova nella valle di Fergana, è la base di potere dell'ex presidente kirghizo Kurmanbek Bakiyev, deposto ad aprile dopo una rivolta popolare nel paese centroasiatico. La regione meridionale del Kirghizistan era stata teatro il 13 maggio di una rivolta dei sostenitori del presidente deposto Bakiyev -- oggi in esilio in Bielorussia --, che avevano occupato gli edifici governativi in sfida al governo centrale di Bishkek.Il Paese è in equilibrio precario dopo la rivolta del 7 aprile che ha portato al governo Otunbayeva, che ha annunciato nuove elezioni per il 2011.
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