giovedì 29 novembre 2018
Gli interventi sono stati organizzati e sostenuti dalla Fondazione Mission Bambini. Si stima che ogni anno nel mondo nascano 1 milione di bambini affetti da malformazioni congenite al cuore
Salvati da volontari italiani 25 bimbi cardiopatici in Zambia e Myanmar
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Due missioni umanitarie, in Zambia e in Myanmar, per salvare la vita a 25 bambini cardiopatici. Ad effettuarle, tra ottobre e novembre, è stata la Fondazione Mission Bambini, nata nel 2000 per aiutare concretamente bambini in condizioni disagiate, ammalati o che hanno subito violenze fisiche e morali.


In Zambia la missione si è svolta tra il 27 ottobre e il 4 novembre presso lo University Teaching Hospital di Lusaka. Qui un team composto da dodici volontari altamente specializzati ha eseguito diciassette interventi cardiaci (interventi a cuore aperto e cateterismi) per salvare la vita a 15 bambini gravemente cardiopatici. Sono inoltre state effettuate visite cardiologiche di screening su 40 bambini.


A guidare l’equipe il dottor Stefano Marianeschi, cardiochirurgo pediatrico, primario all’ospedale Niguarda e responsabile scientifico del progetto di cura di Mission Bambini. Insieme a lui medici e infermieri provenienti da Ancona, Bergamo, Modena, Milano Pozzuoli e Roma. In Myanmar la missione si è svolta dal 10 al 18 novembre presso lo Yankin Children Hospital di Yangon. A guidare un’equipe di sette volontari provenienti dall’Ospedale Regina Margherita di Torino, il dottor Carlo Pace Napoleone, primario di cardiochirurgia pediatrica.


Si stima che ogni anno nel mondo nascano 1 milione di bambini affetti da malformazioni congenite al cuore. Nei Paesi occidentali le patologie vengono diagnosticate alla nascita, o addirittura durante il periodo prenatale, e i bambini vengono operati in tempi rapidi. Circa l’80% dei bambini con cardiopatia congenita nasce in un Paese povero, dove per assenza di medici specializzati e di ospedali adeguatamente attrezzati non possono essere operati e neanche avere una diagnosi corretta. La metà di loro, i casi più gravi, in mancanza di cure mediche e chirurgiche tempestive è destinata a non raggiungere il primo anno di vita. Gli altri vanno incontro a gravi problemi di crescita e di sviluppo psicosomatico a causa di handicap respiratori e circolatori che incidono pesantemente sulla qualità di vita dei bambini e che nel corso degli anni possono anche portare al decesso.


In 12 anni di attività dedicata alle cure delle cardiopatie infantili, Mission Bambini ha salvato oltre 1.800 bambini attraverso operazioni di cardiochirurgia pediatrica, visitato 15mila bambini e formato più di 300 tra medici e infermieri locali. Attualmente svolge attività in nove Paesi: Cambogia, Eritrea, Kenya, Myanmar, Romania, Somalia, Uganda, Zambia e Zimbabwe.


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