mercoledì 9 febbraio 2011
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Sale la tensione in Algeria in vista della manifestazione di protesta annunciata per sabato ad Algerinonostante il divieto espresso a più riprese dalle autorità. Mentre i promotori della marcia -sindacati, associazioni e partiti riuniti nel 'collettivo per la democrazia e il cambiamentò- continuano a raccogliere consensi, proteste e tafferugli sono avvenuti oggi in diversi comuni del paese ad Annaba ma anche in Cabilia, nei pressi di Boumerdes e Tizi Ouzou.Nella città di Annaba, 600 km ad est di Algeri, riferisce la stampa algerina online, un centinaio di giovani disoccupati hanno manifestato davanti alla sede della prefettura e per le strade della città. Ieri, proprio vicino ad Annaba, a Sidi Ammar, sette giovani disoccupati si sono feriti con un coltello su diverse parti del corpo minacciando il suicidio collettivo durante una protesta davanti alla sede del comune. Nella regione berbera della Cabilia, si segnalano invece tafferugli tra polizia e manifestanti nei pressi di Boumerdes, a Naciria. L'autostrada che porta ad Algeri, è stata bloccata anche nei pressi di Tizi Ouzou, il capoluogo della Cabilia, da un altro gruppo di manifestanti che reclamano un miglioramento delle condizioni di vita nel loro villaggio. Nella stessa zona, nei pressi di Bouira, sono scesi in piazza anche gli abitanti del villaggio di Raffour, riporta El Watan.Nelle ultime settimane, almeno una ventina di persone hanno tentato di darsi fuoco. Tre sono morte per le ustioni riportate.Il 12 febbraio ci sarà una manifestazione popolare ad Algeri e “molti pensano che una rivolta popolare anche in Algeria potrebbe partire da lì. Bisogna essere vigilanti”. Lo dice al SIR Jean François Debargue, segretario generale di Caritas Algeria, durante il Forum sociale mondiale in corso in questi giorni a Dakar (fino all’11 febbraio). Secondo Debargue, nell’Algeria guidata dal presidente Abdelazid Bouteflika “in questo momento possiamo immaginare scenari completamente opposti: ci sono pari possibilità che scoppi una rivolta o che non ci sia affatto”. “Se una rivolta ci sarà – prosegue Debargue – nascerà dalla ribellione dei giovani, che sono disperati e pronti a tutto. Ma la società civile è debole e non c’è una vera opposizione”. A suo avviso ci sono però una serie di differenze con le situazioni in Tunisia ed Egitto, nonostante anche in Algeria alcuni giovani si siano immolati con il fuoco e ci siano già state alcune piccole manifestazioni: “Molti algerini sono ancora traumatizzati dai massacri compiuti dai terroristi fino a dieci anni fa – spiega -, quindi non sentono l’urgenza di manifestare".
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