venerdì 18 agosto 2023
Un tribunale ha messo al bando il museo e centro culturale dedicato alla protezione dei diritti umani in Russia
L'attivista russa Elena Bonner, fondatrice nel 1990 a Mosca del Centro intitolato alla memoria del marito, il dissidente sovietico Andrei Sakharov Premio Nobel per la Pace

L'attivista russa Elena Bonner, fondatrice nel 1990 a Mosca del Centro intitolato alla memoria del marito, il dissidente sovietico Andrei Sakharov Premio Nobel per la Pace - Ansa

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Una Corte di Mosca ha decretato la chiusura del Centro Sakharov, il museo e centro culturale dedicato alla protezione dei diritti umani in Russia e alla conservazione dell'eredità del fisico Premio Nobel dissidente dell'Unione Sovietica. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti. La richiesta di chiusura era stata avanzata dal ministero della Giustizia.

Il Centro Sakharov era stato riconosciuto come "agente straniero" già nel dicembre del 2014, su richiesta del ministero della Giustizia, rende noto l'agenzia Rbk.

Fondato nel 1990 dalla vedova del dissidente Premio Nobel per la pace, l'attivista Elena Bonner, per mantenere in vita la memoria del marito, il Centro ospitava riunioni e dibattiti e l'archivio di Sakharov.

Il ministero della Giustizia ha denunciato "violazioni sistematiche gravi e irreparabili della legge", in particolare con la mostra itinerante "Andrei Sakharov, un uomo dell'epoca" e con la pubblicazione di un video senza la dicitura 'agente straniero', come invece è tenuta a fare ogni ong dichiarata tale con il materiale che produce.

Il Centro Sakharov ha respinto tutte le accuse, con un'istanza al tribunale.

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