martedì 18 marzo 2014
Comunicato di Barroso e Van Roumpy. Kiev, inizio della fase militare: morto soldato ucraino. Firmato trattato di ingresso nella Federazione russa.
REPORTAGE Sebastopoli, la paura in coda Giorgio Ferrari
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Mentre si fa sempre più aspro lo scontro diplomatico in Crimea si comincia a morire. Un militare ucraino è morto in seguito a una sparatoria con i russi. «L'Unione europea non riconosce, nè mai lo farà, l'annessione della Crimea alla Russia - lo hanno affermato oggi i presidenti della Commissione europea e del Consiglio europeo, Josè Manuel Barroso e Herman Van Roumpy, in un comunicato congiunto -. La sovranità, l'integrità territoriale e l'indipendenza dell'Ucraina dovevano essere rispettate. L'Ue non riconoscerà il referendum illegale e illegittimo della Crimea nè il suo risultato». Il conflitto con la Russia in Crimea è entrato nella "fase militare": lo ha detto il premier ucraino, Arseniy Yatsenyuk, dopo che Kiev ha annunciato l'uccisione di un proprio soldato in un attacco armato in una base della Marina militare a Sinferopoli, capitale della penisola secessionista. «Il conflitto sta passando dalla fase politica a quella militare», ha avvertito il premier in una riunione di emergenza del suo governo. «I soldati russi hanno cominciato a sparare contro i militari ucraini, e questo è un crimine di guerra», ha aggiunto. In un primo momento il comandante della Marina Sergiy Gayduk, aveva comunicato durante un incontro a Kiev con il presidente Oleksandr Turchynov che un militare ucraino era stato soltanto ferito a una gamba «durante un attacco contro una base a Sinferopoli». I fatti al momento non sono chiari. Un giornalista della France Presse appostato all'ingresso di una base ucraina in un sobborgo nord-orientale della città ha udito una raffica di colpi d'arma da fuoco provenienti dall'edificio e ha visto due ambulanze entrare nell'area, circondata da uomini armati filo-russi. "Condanniamo l'aggressione della Russia alla sovranità e integrità del territorio di Ucraina". Lo ha detto il vicepresidente americano Joe Biden durante una conferenza stampa a Varsavia insieme con il premier polacco Donald Tusk.La condanna segue di poche ore il discorso di Vladimir Putin alla Duma in cui il presidente russo ha dichiarato senza mezzi termini che la Crimea «è sempre stata russa». Mentre il suo consigliere diplomatico Iuri Ushakov irride alle sanzioni Usa e Ue: "Abbiamo già provato sanzioni del genere, esse suscitano ironia e anche sarcasmo".La decisione di Mosca ha suscitato reazioni di condanna nella comunità internazionale occidentale. Da Parigi a Londra, da Roma a Varsavia. "La Russia ha fatto una scelta di isolamento approvando l'accordo di annessione della Crimea" ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico, William Hague, intervenendo alla Camera dei Comuni.Non sembra però esserci unanimità sulla decisione di sospendere Mosca dal G8. "Relativamente al G8 non ci sono novità. Sono sospesi i lavori di preparazione", ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel in conferenza stampa a Berlino con l'omologo portoghese. Una replica implicita all'affermazione del ministro degli Esteri francese Laurent Fabius secondo il quale "al summit ci saranno solo sette paesi invitati". Il G8 è previsto per il 4 e 5 giugno proprio in Russia, a Sochi sul Mar Nero.A breve termine invece potrebbe tenersi una riunione straordinaria del G7. La proposta è del presidente americano Barack Obama che chiede una riunione all'Aja a margine del summit sulla sicurezza nucleare convocato per lunedì e martedì. Del G7 fanno parte, oltre all'Italia, Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Canada, Francia eGiappone. Al vertice all'Aja è stata invitata anche l'Unione Europea. Il discorso di PutinA fine mattinata Putin è intervenuto alla Duma, dichiarando apertamente che "la Crimea è sempre stata una parte inscindibile dalla Russia". Nella penisola (ancora ucraina, poiché solo Mosca riconosce la validità del referendum secessionista di domenica) ci sono luoghi "sacri" che simboleggiano la "gloria russa", ha detto il leader.In prima fila al Cremlino c'erano anche il premier e il presidente del parlamento di Crimea, Serghiei Aksionov e Vladimir Kostantinov. C'è stata un'ovazione dei parlamentari non appena Putin ha ricordato la presenza dei rappresentanti di Sinferlopoli, con i quali ha firmato l'accordo per l'ingresso della Crimea nella Federazione Russa. Accordo che deve essere ratificato dal Parlamento, contestualmente ad una nuova legge.Lunghi applausi sono scrosciati anche quando il presidente russo ha ricordato cosa rappresenta la Crimea nella storia russa. Il trasferimento all'Ucraina, avvenuto nel 1956 per volontà di Kruscev, fu frutto di "grosse violazioni" - ha detto il presidente russo - e fu deciso "dietro le quinte" in uno "stato totalitario", mettendo la gente di fronte al fatto compiuto. Il referendum e il conseguente processo di annessione, ha aggiunto, si sono svolti nel pieno rispetto del diritto internazionale. "Siamo qui per una vicenda vitale, storica. Abbandonare il popolo della Crimea al suo destino sarebbe stato un tradimento".

Quanto al futuro della penisola, Putin ha annunciato che "saranno tre le lingue ufficiali della Crimea: russo, ucraino e tataro". Tutti gli abitanti che intendono mantenere la cittadinanza ucraina devono dichiararlo entro un mese, altrimenti acquisteranno automaticamente quella russa.L'ex agente del Kgb ha anche attaccato i paesi occidentali, rispolverando toni da guerra fredda: "I nostri partner occidentali, capeggiati dagli Usa, preferiscono non essere guidati dalla legge internazionale nelle politiche concrete, ma dalla legge della pistola". Ringraziamenti sono andati invece alla Cina. Putin ha minacciato rappresaglie nei confronti dei paesi che vareranno sanzioni nei confronti di Mosca."Non intendiamo invadere l'Ucraina", ha precisato il presidente russo. E ha specificato che Mosca non nutre mire espansioniste.

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