mercoledì 15 settembre 2010
Dura replica dell' Eliseo al Commissario europeo alla Giustizia, che ha annunciato l'apertura di una procedura d'infrazione per i rimpatri dei rom. Ieri da Parigi via libera al divieto di indossare il burqa. Domani a Bruxelles, forse, un chiarimento con Barroso.
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Non si placa la polemica internazionale sollevata dai provvedimenti del governo francese sulle espulsioni dei rom. Il presidente Nicolas Sarkozy va all'attacco e dice al commissario Ue Viviane Reding di accogliere i rom nel suo Paese, il Lussemburgo. Tuttavia sembra che il presidente francese sia molto irritato con i suoi collaboratori per i termini con cui è stata scritta la circolare sull'espulsione dei rom. Ieri il commissario aveva annunciato l'apertura di una procedura di infrazione Ue contro le decisioni di Parigi.Lo scontro tra la Francia e la Commissione europea sui Rom allunga la sua ombra sul vertice dei capi di Stato e di governo che si terrà domani a Bruxelles. In questa sede, secondo le informazioni rimbalzate da Parigi, Nicolas Sarkozy infatti intende «spiegare» personalmente la sua posizione a Barroso. Ma la politica francese contro i Rom sta creando imbarazzo anche in seno al Ppe. Il presidente della Commissione europea ha espresso oggi il suo pieno sostegno personale alla Reding per la sua posizione.Sono «dichiarazioni inaccettabili», ma non vogliamo imbarcarci in «polemiche» con la commissione Europea e il parlamento di Strasburgo. Così fonti della presidenza francese, citate su Le Monde, hanno commentato le durissime parole del commissario europeo Viviane Reding sulla politica di espulsione dei Rom. Le stesse fonti parlano di «dichiarazioni inusuali» da parte del commissario europeo, ma aggiungono che serve «un dialogo calmo per affrontare a fondo le questioni».L'Eliseo fa anche notare che la circolare del 5 agosto criticata dalla Reding è stata sostituita da un'altra datata 13 settembre. «L'Eliseo vuole calmare le polemiche con Bruxelles», titola il quotidiano. Questa mattina, il sottosegretario agli Affari Europei, Pierre Lellouche, era stato più duro. «la pazienza ha dei limiti. Non ci si rivolge così ad un grande Stato», aveva detto alla radio. E, nel respingere il paragone con quanto accaduto nella seconda guerra mondiale, aveva aggiunto: «Roissy non è Drancy», riferendosi all'aeroporto parigino e alla cittadina francese tristemente famosa per aver ospitato un campo di concentramento nazista. Il ministro per l'Immigrazione, Eric Besson, ha poi parlato di «scivolone» dellaReding.Intanto è intervenuta anche la leader dell'opposizione socialista, Martine Aubry. «L'immagine della Francia è rovinata e non solo in Europa- ha dichiarato- è una vera vergogna per il nostro paese perseguire uomini e donne perchè appartengono ad una specifica etnia e non perchè hanno commesso dei reati».
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