sabato 9 settembre 2017
Continua l'esodo dei Rohingya. L’organizzazione umanitaria accusa: «L’esercito birmano è uno dei pochi al mondo a usare questo tipo di armi antiuomo»
Un giovane rohingya con la madre malata a Teknaf, appena varcato il confine con il Bangladesh (Epa)

Un giovane rohingya con la madre malata a Teknaf, appena varcato il confine con il Bangladesh (Epa)

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Un «nuovo picco» nell’orrore nello Stato di Rakhine. «Il ricorso spietato ad armi indiscriminate e mortali lungo percorsi di confine estremamente affollati sta mettendo in grave rischio la vita dei civili in fuga», ha dichiarato Tirana Hassan, direttrice di Amnesty International che si trova attualmente nei pressi del confine tra Bangladesh e Myanmar.

Dopo aver raccolto testimonianze oculari e aver chiesto un parere ai suoi esperti in materia di armi, Amnesty International ha concluso che in una striscia di terra di frontiera del nord-ovest dello stato di Rakhine l’esercito di Myanmar ha collocato mine terrestri anti-uomo. «L’esercito di Myanmar è uno dei pochi al mondo, insieme a quelli della Corea del Nord e della Siria, a usare ancora mine terrestri anti-uomo. Le sue autorità devono porre immediatamente fine al loro uso contro persone già in fuga dalla persecuzione», ha aggiunto Tirana Hassan. Alcune delle mine sono state trovate nei pressi di Taung Pyo Let Wal (località anche nota col nome di Tumbro), al confine tra lo Stato di Rakhine e il Bangladesh, dove passano sia coloro che entrano in Bangladesh sia quelli che tornano indietro a prendere cibo o altro e a dare una mano a chi è rimasto indietro. Il 3 settembre una donna cinquantenne che era rientrata dal Bangladesh a Taung Pyo Let Wal è saltata su una mina durante il percorso opposto. Ha perso una gamba dal ginocchio in giù ed è attualmente curata in un ospedale del Bangladesh. Secondo le Nazioni Unite, nelle ultime due settimane, le operazioni militari hanno costretto alla fuga 270.000 Rohingya. In un rapporto del giugno di quest’anno Amnesty International aveva documentato l’uso delle mine anti-uomo o di ordigni improvvisati da parte sia dell’esercito di Myanmar che dei gruppi armati attivi negli stati di Kachin e Shan, che avevano causato morti e feriti.

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