martedì 23 febbraio 2010
Scontri e tensione a Batala, dove i fondamentalisti hanno aggredito chi protestava per l'immagine blasfema di Cristo appesa sui muri e stampata sui libri scolastici. Provocazioni, poi le chiese in fiamme. Cattolici nel mirino anche in Iraq, i vescovi di Mosul: serve un intervento internazionale.
  • «L'Occidente dimentica i fedeli iracheni»
  • Il reportage da Mosul di Luca Attanasio
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    In India, si va estenden­do e rafforzando la pro­testa dei cristiani per la diffusione di un ritratto bla­sfemo di Cristo, pubblicato su un testo scolastico. In u­na città, le autorità hanno imposto il coprifuoco per e­vitare che si moltiplichino gli atti di violenza degli ultimi giorni. Nello Stato nord-occidenta­le del Punjab, il ritratto bla­sfemo è stato esposto per le vie della città di Jalandhar e qui cristiani hanno prote­stato in modo pacifico con le autorità civili, chiedendo- ne la rimozione. Sabato, nel­la città di Batala, sempre in Punjab, regione tra le più progredite del Paese e patria della comunità religiosa dei Sikh, la situazione è invece degenerata: alcuni giovani cristiani hanno cercato di ri­muovere i manifesti in un mercato ma sono stati af­frontati da coetanei indù. Ne è nata una rissa che si è mol­tiplicata in episodi di violen­za per tutta la città quando e­sponenti di Bajrang Dal e Shiv Sena, movimenti del­l’induismo radicale e xe­nofobo, sono scesi in strada armati e hanno incitato alla violenza contro i cristiani. Due chiese protestanti del Nord India e un centro del-­l’Esercito della Salvezza sono stati attaccati e incendiati, i pastori aggrediti e le loro ca­se saccheggiate. Alcuni cri­stiani accusati di essere coin­volti nella violenza sono sta­ti fermati dalla polizia, men­tre nessun estremista indù è stato arrestato. Le autorità locali hanno decretato un coprifuoco, ma la situazione resta molto tesa. Il vescovo di Jalandhar, mon­signor Anil Couto, – riporta Asia News – ha condannato le «azioni provocatorie», ma ha invitato i fedeli «alla pace e al perdono», mentre il mi­nistro capo del Punjab, Parkash Singh Badal, con­dannando l’uso strumenta­le dell’immagine di Cristo, ha promesso fermezza contro chi «fomenta l’odio interre­ligioso ». L’immagine di Cristo che ha in una mano una sigaretta e nell’altra una lattina di birra e il testo che lo ac­compagna in cui Gesù viene qualifi­cato come «idolo» e­ra passata inosser­vata per qualche tempo. Fino a quan­do, nello Stato nord­orientale di Megha­laya, in maggioranza cristia­no, le suore cattoliche della congregazione di Nostra Si­gnora delle Missioni, che ge­stiscono la scuola di San Giu­seppe nella città di Shillong, hanno notato l’immagine su un testo scolastico per bam­bini, usato come materiale supplementare. Le religiose hanno chiesto ai ragazzi di riconsegnare i testi e hanno inviato una lettera alle auto­rità esprimendo sdegno e a­marezza per la mancanza di rispetto verso simboli reli­giosi cristiani. Le autorità lo­cali hanno ordinato il ritiro del libro dalla circolazione, ma nel frattempo l’immagi­ne aveva iniziato ad essere utilizzata da gruppi religiosi in altre regioni del Paese, provocando la protesta del­le comunità cristiane. Chiese di diversa denomi­nazione hanno chiesto alle scuole di ritirare il testo e di boicottare tutti i libri della Skyline Publications, l’edi­trice sotto accusa. «Quel­l’immagine – ha riferito al­l’agenzia Fides padre Joseph Babu, portavoce della Con­ferenza episcopale cattolica – è inaccettabile e va contro ogni principio di dialogo». C’è molta attenzione per l’e­volversi degli eventi in India anche alla Farnesina. In una nota, il ministero degli Este­ri dice di guardare «con profonda preoccupazione a­gli episodi di violazione dei diritti e della dignità delle co­munità cristiane». «Sgo­mento » e critiche al fronte internazionale, che non in­terviene nelle persecuzioni ai cristiani, è stato espresso anche dai deputati Pdl Mau­rizio Lupi, Renato Farina, Gabriele Toccafondi, Raf­faello Vignali, Antonio Pal­mieri ed Elena Centemero.
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