sabato 25 novembre 2023
Il sovrano britannico avrebbe incamerato milioni sterline usati per ristrutturare le sue proprietà e non destinati alle donazioni come sua madre, la regina Elisabetta
Re Carlo è nei mirino dei media per l'uso dei fondi incamerati

Re Carlo è nei mirino dei media per l'uso dei fondi incamerati - Reuters

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L’ultima inchiesta antimonarchica del Guardian, quotidiano britannico di ispirazione progressista, riguarda una prerogativa reale di retaggio medievale chiamata “bona vacantia”. I giornalisti della redazione di Kings Place, a Londra, hanno passato al setaccio i proventi incassati dalla Corona nel ducato di Lancaster, possedimento privato dei reali d’Inghilterra dal 1399, attraverso un codice del diritto inglese che assegna al re la proprietà dei beni appartenuti a sudditi morti senza eredi o testamento. Negli ultimi dieci anni, questo è l’esito delle verifiche, questa trovata sopravvissuta ai secoli ha fruttato ai Windsor circa 60 milioni di sterline. Di questi, tuttavia, solo una piccola parte è andata in beneficenza come previsto dalle consuetudini. Tre fonti a conoscenza della gestione finanziaria del patrimonio hanno confermato che il grosso è stato segretamente utilizzato per la ristrutturazione degli immobili della famiglia reale.

Un portavoce del ducato a nord-ovest dell’Inghilterra ha affermato che, dopo la morte della regina Elisabetta, Carlo III, incoronato re a maggio scorso, ha confermato la politica di utilizzo del denaro derivante dai “bona vacantia” per la manutenzione degli edifici «al fine di proteggerli e preservarli per le generazioni future». La rivelazione, che ha messo in agitazione i sindaci delle città più grandi del ducato, come Liverpool e Manchester, deve aver causato a Buckingham Palace un certo imbarazzo. Venerdì, il giorno dopo la pubblicazione dell’inchiesta, il Palazzo ha disposto il trasferimento di più di cento milioni di sterline, compresi fondi raccolti proprio a Lancaster attraverso il sistema dei “bona vacantia”, in un fondo di investimento etico.

Mossa interpretata come un tentativo di riparazione. L’inchiesta non è però finita. Altre rilevazioni sulle «bizzarrie medievali» su cui si regge il trono d’Inghilterra sono attese nei mesi a venire ad alimentare quella disaffezione nei confronti della monarchia che ha cominciato a venire allo scoperto con l’ascesa al trono di Carlo. Il movimento Republic non ha perso l’occasione per gridare a una riforma istituzione che, per lo meno, tagli i privilegi della Corona magari partendo proprio dalla “bona vacantia” che per i repubblicani non è altro che una “tassa sulla morte”.

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