martedì 30 giugno 2020
Il sovrano per la prima volta nella storia del Paese si è detto "profondamente dispiaciuto per le ferite" inflitte durante il colonialismo alla Repubblica democratica del Congo
La statua di re Leopoldo vandalizzata dai movimenti antirazzisti

La statua di re Leopoldo vandalizzata dai movimenti antirazzisti - Ansa

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Il re Filippo dei Belgi per la prima volta nella storia del Paese si è detto "profondamente dispiaciuto per le ferite" inflitte durante il colonialismo alla Repubblica democratica del Congo.

In una lettera al presidente del Paese africano, Félix Tshisekedi, in occasione dei 60 anni dell'indipendenza, il sovrano belga ha scritto: "Ci tengo ad esprimere il mio più profondo dispiacere per le ferite del passato il cui dolore è oggi ravvivato dalle discriminazioni ancora presenti nella società".

La prima ministra del Belgio Sophie Wilmes e il sindaco di Ixelles nella cerimonia di commemorazione del 60esimo anniversario dell'indipendenza del Congo

La prima ministra del Belgio Sophie Wilmes e il sindaco di Ixelles nella cerimonia di commemorazione del 60esimo anniversario dell'indipendenza del Congo - Ansa

Il sovrano è diventato così il primo monarca in Belgio a esprimere dispiacere per ciò che accadde durante la dominazione coloniale. L'occupazione del Congo cominciò attorno al 1880, al tempo di re Leopoldo II. Si calcola che durante la sua dominazione, considerata una delle più spietate dell'epoca coloniale, furono uccisi circa 10 milioni di africani, con modalità spesso atroci.

Tre settimane fa una statua di Leopoldo II è stata data alle fiamme da manifestanti anti-razzisti nella città belga di Anversa.

LE STATUE ABBATTUTE, IL BELGIO E QUEI CRIMINI CHE COMINCIAMO A VEDERE di Franco Cardini

L'impero belga nacque come una proprietà privata, assicurata nel 1885 dalle altre potenze coloniali al re dei Belgi Leopoldo II, più che per iniziativa dello Stato belga.

Il "Libero Stato del Congo" non fu mai formalmente né libero né uno Stato, ma un privato dominio che il monarca gestì senza alcun controllo, neppure da parte del governo belga. Tutta la terra non coltivata fu dichiarata proprietà dello Stato (cioè del re), che aveva il monopolio assoluto sulle sue risorse (avorio e caucciù) e sui minerali del sottosuolo, il cui sfruttamento fu concesso a varie compagnie, con accordi di affitto per 99 anni.

La scoperta del processo di vulcanizzazione della gomma e il suo impiego industriale fecero di quella colonia uno dei più grandi serbatoi mondiali di questo prodotto fondamentale per l'industrializzazione dell'Occidente. I territori coloniali belgi ottennero l'indipendenza tra il 1960 e il 1962.

Come scribve lo storico Franco Cardini, «sotto l’amministrazione di Leopoldo II, lo 'Stato libero del Congo' era stato un disastro umanitario, un’autentica infame sciagura. La mancanza di dati precisi rende difficile quantificare il numero di morti causate dallo spietato sfruttamento e dalla mancanza di immunità a nuove malattie introdotte dal contatto con i coloni europei: come la pandemia influenzale del 1889-90, che causò milioni di morti anche nel continente europeo tra cui il principe Baldovino del Belgio. La Force Publique, esercito privato sotto il comando di Leopoldo, terrorizzava gli indigeni per farli lavorare come manodopera forzata per l’estrazione delle risorse. Il mancato rispetto delle quote di raccolta della gomma era punibile con la morte. Le punizioni corporali, comprese crudeli mutilazioni, erano ordinarie». QUI L'ARTICOLO COMPLETO


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