sabato 23 marzo 2024
Sarebbero più di 45mila le persone che per fuggire dalla guerra scatenata da Mosca, hanno cercato rifugio presso parenti o amici in Israele e nella striscia di Gaza
Soccorsi alla popolazione di Kharkiv sotto attacco russo

Soccorsi alla popolazione di Kharkiv sotto attacco russo - Ansa

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Ucraini, moldavi, romeni, russi. A Gaza con la caduta dell’Unione sovietica erano arrivate alcune migliaia di immigrati dall’Est Europa. E la loro presenza aveva fatto da richiamo per alcuni gruppi di ucraini che allo scoppiare della guerra ordinata da Putin contro Kiev avevano raggiunto parenti e conoscenti proprio nella Striscia. Ora non sanno come uscire da questa ancora più brutale guerra, né dove trovare riparo. Il governo ucraino afferma che circa 300 cittadini con passaporto di Kiev hanno lasciato Gaza con evacuazioni scaglionate. Altri sono fuggiti con mezzi privati o attraverso gruppi di aiuto. Ma decine di altri ucraini rimangono intrappolati sotto i bombardamenti israeliani, insieme a coniugi e figli, mentre le evacuazioni diminuiscono. Per tanti fra loro Gaza, pur non essendo il luogo più stabile del pianeta, era considerato un posto in cui provare a costruire un futuro potendo anche contare su un costo della vita molto più basso rispetto a Kiev. Non ci sono statistiche ufficiali, ma complessivamente da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, più di 45.000 ucraini hanno cercato rifugio in Israele, secondo l’Ufficio centrale di statistica israeliano citato dal quotidiano Haaretz. Tra questi, alcune centinaia avevano ottenuto il permesso di trasferirsi a Gaza. Ora molti chiedono di tornare in Ucraina, considerando meno rischiosa una vita durante l’invasione russa che restare a Gaza quasi senza speranza. Per la verità anche in Ucraina il conflitto mediorientale viene percepito come un fatto lontano. Alla fine dello scorso anno il Kyiv International Institute of Sociology (Kiis) aveva pubblicato un sondaggio sulla guerra nella Striscia, da cui emergeva che il 69% degli ucraini si schierava con Israele. Non per una pregiudiziale ostilità nei confronti della popolazione palestinese. Secondo Iliya Kusa, analista di Relazioni internazionali dell’Istituto che aveva realizzato il sondaggio, per la maggior parte degli ucraini il mondo arabo è percepito come «qualcosa di distante ed estraneo». E questo perché «Israele è generalmente visto come un buon esempio di uno stato che ha respinto con successo gli attacchi degli aggressori per decenni e – ha aggiunto Kusa – allo stesso tempo è prospero e tecnologicamente avanzato: tutto ciò che gli ucraini vorrebbero che fosse il proprio Paese». Chi tra gli ucraini si trova a Gaza da più tempo, ha compreso che le cose prima o poi sarebbero precipitate. «Quando il primo ministro Benjamin Netanyahu e la destra radicale salirono al potere, dissi immediatamente a mio marito che dovevamo vendere tutto e andarcene. Sapevo che ci sarebbe stata una guerra», ha raccontato una cittadina ucraina fuggita da Gaza nello scorso dicembre con i suoi tre figli. Immaginava che scappare sarebbe stato pericoloso ma che, come in Ucraina con i Paesi vicini, sarebbero stati fatti passare senza troppe storie. «Pensavamo di superare tutti insieme il confine verso l’Egitto, ma alla frontiera abbiamo scoperto che poteva uscire solo chi aveva il permesso», ha raccontato ad Haaretz una ucraina che all’arrivo a Rafah si era riunita con altri connazionali. E ancora attende di poter scappare, quasi rimpiangendo la guerra di Putin.
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