giovedì 27 gennaio 2011
«Per Mubarak è arrivato il momento di andarsene»: è quanto ha affermato el-Baradei, ex direttore dell'Aiea e leader di una delle formazioni dell'opposizione egiziana, che giovedì sera è rientrato al Cairo da Vienna. Cinquanta tra le centinaia di arrestati nelle proteste dei giorni scorsi sono stati incriminati per aver cercato di rovesciare il regime. Un manifestante è stato ucciso nel Sinai. Intanto manifestazioni di protesta sono scoppiate anche nella penisola arabica.
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Effetto domino nel mondo arabo: l'onda della protesta in Nordafrica, che dopo la fuga di Ben Ali in Tunisia sta infiammando l'Egitto, è arrivata anche nella penisola arabica, con le prime manifestazioni nello Yemen. In Egitto sono ripresi gli scontri tra polizia e manifestanti che chiedono la fine del regime di Hosni Mubarak. Secondo al Jazira una folla si è radunata di fronte a un commissariato di polizia incendiato a Suez, dove l'esercito avrebbe sparato proiettili di gomma, mentre al Cairo sono continuate le proteste fuori dalla sede del sindacato dei giornalisti, tra i principali obiettivi del giro di vite messo in atto dalle autorità egiziane. Scontri sono stati registrati a Ismailia, ove gli agenti hanno ingaggiato battaglia con 600 oppositori. La procura generale ha accusato 40 manifestanti di tentato golpe. Un manifestante è stato ucciso in una cittadina del Sinai. Sono almeno 1.000 gli arresti eseguiti dalla polizia egiziana da martedì scorso, quando sono cominciate le proteste contro il presidente Hosni Mubarak.Sono due gli eventi su cui è concentrata l'attesa: l'imponente manifestazione organizzata per domani e il rientro di Mohamed ElBaradei. Su alcuni account di Facebook si leggono messaggi di questo tenore: "Musulmani e cristiani di Egitto continueranno la battaglia contro la corruzione, la disoccupazione e l'oppressione" e per il dissidente Ayman Nour la preghierà del venerdì fornirà l'occasione per una nuova prova di forza da parte dell'opposizione.La dissidenza, che sembra non avere un capo riconosciuto, potrebbe trovarlo in Mohamed e-lBaradei, l'ex direttore dell'Aiea, stimato da diverse fasce sociali in patria e fornito di adeguati contatti nella comunità internazionale. Mubarak - ha detto el-Baradei, che ha annunciato la propria partecipazione alla manifestazione di venerdì - "ha servito il Paese per trent'anni ed è tempo che si ritiri. Sarò con i manifestanti, ma non li guiderò, a me interessa guidare il cambiamento politico. Il popolo ha spezzato il circolo della paura, e una volta fatto questo non si torna indietro". Il rientro dell'ex diplomatico in patria sembra coincidere con una intensificazione del pressing della Casa Bianca sul rais. Secondo quanto riporta Bloomberg, Barack Obama avrebbe telefonato mercoledì al rais per convincerlo a cogliere l'occasione delle proteste per abbracciare le riforme democratiche.Sedicimila manifestanti sono scesi per le strade della capitale yemenita, Sanaa, per chiedere le dimissioni del presidente Ali Abdullah Saleh, in carica dal 1978. "Trent'anni al potere sono abbastanza, Ben Ali se n'è andato dopo venti", urlavano i dimostranti, ispirandosi alla cosiddetta Rivoluzione dei gelsomini che ha portato al crollo del ventennale regime del rais tunisino.
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