venerdì 2 giugno 2023
Le prime elezioni libere del 4 giugno 1989, furono una svolta anti-Urss per il Paese. Gli organizzatori sono “preoccupati dalla nuova legge che potrebbe influire sul voto all'estero"
Una recente manifestazione a Roma di un gruppo di residenti polacchi

Una recente manifestazione a Roma di un gruppo di residenti polacchi

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Una manifestazione per celebrare la libertà e la democrazia, ma anche per mettere in guardia dalle "minacce che vengono dalla nuova legge elettorale, destinata a impattare negativamente sul voto dei polacchi all’estero". Domenica mattina, dalle 12 alle 14, la comunità polacca in Italia è invitata in Piazza Santi Apostoli. Oltre a Roma, iniziative analoghe sono state programmate a Londra, Parigi, Bruxelles, Berlino, Francoforte, Oberhausen, New York, Chicago, Toronto.

Una data che non è stata scelta a caso: le prime elezioni libere nel Paese, si tennero proprio il 4 giugno 1989 e fu proprio in Polonia che il Comunismo ha iniziato a mostrare le prime crepe. Le elezioni infatti furono caratterizzate dalla travolgente vittoria elettorale del Comitato Civico creato da “Solidarnosc”, che ottenne 99 senatori su 100 e tutti i seggi della Dieta riservati all’opposizione (35%). La consultazione elettorale fu preceduta dalle trattative della Tavola Rotonda tra governo comunista e opposizione, si conclusero con l’accordo sulla ri-legalizzazione del sindacato Solidarnosc, abolito dalle autorità comuniste il 13 dicembre 1981. Il secondo passaggio, fu la storica decisione di tenere elezione pluralistiche per il Senato e per il 35% della “Sejm” (Camera bassa del Parlamento polacco). Le negoziazioni della Tavola Rotonda fecero sì che la rivoluzione polacca avvenisse nel modo più calmo e pacifico possibile. Un evento storico di cui il popolo polacco è comprensibilmente molto orgoglioso, perché l’esperienza polacca di negoziazione del cambiamento è rimasta come modello per tutti gli altri Paesi, facendo da apripista per l’uscita dell’Europa centro-orientale dal sistema imposto dall’Unione Sovietica.

La manifestazione di domenica, promossa da un gruppo della comunità di residenti nella capitale, vuole dunque ricordare quel momento straordinario in cui la Polonia intraprese il suo cammino verso la democrazia, reso ancora più forte dall’ingresso nella Nato e successivamente nell’Unione Europea. Nella popolazione è ancora molto viva la permanenza nel Patto di Varsavia e tutte le opportunità di progresso che lo stare in quel blocco ha vietato. Ma la comunità polacca in Italia vuole anche mettere in guardia "sui rischi odierni, legati soprattutto alle preoccupazioni che derivano dalla progressiva degenerazione della vita politica nel Paese, dall’illegalità e dai continui conflitti proprio con l’Unione Europea", come si afferma in un comunicato che annuncia la manifestazione.

"A destare particolare inquietudine - secondo gli organizzatori della manifestazione - , c’è la legge elettorale del 26 gennaio 2023, in vigore da fine marzo e che potrebbe annullare il fondamentale diritto di voto delle comunità estere già a partire dalle elezioni che si terranno il prossimo autunno. L’articolo 26 della legge prevede che se le commissioni elettorali non riusciranno a fare lo spoglio dei voti e a inviare i relativi verbali entro 24 ore dalla fine delle votazioni, i voti non verranno presi in considerazione". Un problema aggravato dal fatto che in Italia, abitualmente, ci sono commissioni elettorali solo a Roma e Milano, per una comunità che conta circa 74mila residenti e che si distingue per la sua numerosa partecipazione al voto.

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