lunedì 22 febbraio 2010
Tensione nella capitale dopo la polemica sulla chiusura del Paese ai cittadini Schengen. Max Goeldi, lo svizzero condannato a 4 mesi di detenzione, si consegnerà alle autorità libiche come da ultimatum di Gheddafi. Domenica sera colloquio telefonico tra Berlusconi e il leader libico.
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Continuano da parte di Tripoli i respingimenti di cittadini Schengen in ingresso in Libia. Sabato e domenica sono arrivati con Alitalia, Libyan Airlines e Afriqiyah airways 41 connazionali e ne sono stati rimpatriati 11. L'agenzia libica Jana dà notizia di una telefonata, ieri sera, tra il premier Berlusconi e il leader libico Gheddafi, su questioni regionali e internazionali. Inatanto intorno all'ambasciata svizzera a Tripoli è stato dispiegato un cordone di polizia che impedisce a tutti di avvicinarsi. Max Goeldi, lo svizzero condannato a quattro mesi di detenzione per violazione della legge libica sui visti, entro mezzogiorno (le 11 in Italia) si consegnerà alle autorità libiche, come da ultimatum di Gheddafi. Goeldi, ha riferito il suo legale, sarà trasferito in una prigione alla periferia della capitale libica, dove potrà ricevere visite e avere la possibilità di servirsi di un traduttore. Per quanto riguarda invece Rachid Hamdani, l'altro cittadino svizzero trattenuto da un anno e mezzo in Libia, è uscito dall'ambasciata salendo su un'auto per lasciare il Paese in direzione in Tunisia. Hamdani ha infatti la doppia cittadinanza svizzera e tunisina. I due cittadini svizzeri erano stati arrestati il 19 luglio 2008, subito dopo il fermo a Ginevra del figlio di Gheddafi, Hannibal, accusato di aver maltrattato i suoi domestici.
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