venerdì 12 aprile 2024
I capi tribù stavano lottando contro il disboscamento illegale in una zona di confine tra Perù e Brasile: l'assassinio nel settembre di dieci anni fa
I leader peruviani uccisi nel 2014 lottavano contro il disboscamento illegale

I leader peruviani uccisi nel 2014 lottavano contro il disboscamento illegale - Ansa

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Un tribunale peruviano ha condannato cinque uomini a quasi 30 anni di carcere per l'assassinio, nel 2014, di quattro leader indigeni che stavano lottando contro il disboscamento illegale in una zona di confine tra Perù e Brasile.
La sentenza è stata emessa dalla giudice Karina Bedoya Maque, della corte penale di Ucayali. I fratelli Josimar e Segundo Atachi, José Carlos Estrada, Hugo Soria ed Eurico Mapes, dovranno scontare 28 anni e 3 mesi di reclusione. L'accusa aveva chiesto 35 anni per ciascuno. I quattro leader indigeni furono uccisi davanti ai membri della loro comunità il primo settembre 2014, scatenando un'ondata di critiche contro le autorità peruviane per la mancata attenzione alle loro richieste di protezione e di aiuto per combattere la deforestazione.
"Giustizia è stata fatta! Basta impunità per gli assassini dei difensori dell'ambiente", ha scritto sui social l'ong Diritto, ambiente e risorse naturali (Dar).
Secondo un'altra ong, Global Witness, dal 2012 in Perù sono stati uccisi almeno 54 difensori ambientali, più della metà dei quali appartenevano a gruppi indigeni.

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