venerdì 23 aprile 2010
Il presule di Kildare e Leighlin è accusato di aver coperto gli abusi. Lettera dei vescovi inglesi: preghiamo per la guarigione, il perdono e un nuovo impegno.
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Benedetto XVI ha accettato ieri le dimissioni di monsignor James Moriarty, vescovo di Kildare e Leighlin. La decisione, annunciata ieri in contemporanea dalla Sala Stampa vaticana a da un comunicato della Conferenza episcopale irlandese, segna un nuovo passo in quel cammino di «purificazione» che, nella Lettera indirizzata al cattolici di quella nazione, papa Ratzinger aveva incoraggiato a intraprendere dopo lo choc per lo scandalo degli abusi sui minori.Moriarty, infatti, è uno dei vescovi che vengono espressamente accusati dal Rapporto Murphy per aver «coperto» gli abusi commessi da personale religioso dell’arcidiocesi di Dublino. Il vescovo, che era presente con gli altri membri dell’episcopato irlandese ai colloqui con Benedetto XVI avvenuti il 15 e 16 febbraio scorsi, in quell’occasione aveva annunciato che il processo delle dimissioni «sta andando avanti». Ieri il punto finale messo dal Pontefice.«È stata la decisione più difficile del mio ministero», ha affermato il vescovo nel lungo comunicato col quale ha dato notizia ai fedeli del passo compiuto, spiegando che «non ho presentato le dimissioni quando ho letto per la prima volta il Rapporto Murphy perché non ero direttamente implicato». Tuttavia, prosegue, il vescovo, quel documento «va molto oltre rispetto a quello che i singoli vescovi hanno o non hanno fatto. Il rinnovamento deve cominciare accettando la responsabilità del passato. Ho servito come vescovo ausiliare la diocesi di Dublino dal 1991 fino alla mia nomina a questa diocesi nel 2002. Ho fatto parte del governo dell’arcidiocesi prima che fossero attuate corrette politiche di protezione dell’infanzia e le sue procedure. Ancora una volta ammetto che da quando sono diventato un vescovo ausiliare, sono stato sottoposto ad una cultura prevalente. Ancora una volta chiedo scusa a tutti i sopravvissuti e alle loro famiglie».Le parole di scuse, prosegue Moriarty, «non sono sufficienti», è però «importante sapere che imparando dal passato, la Chiesa irlandese si è dotata di eccellenti procedure di protezione dell’infanzia». In questa chiave, il presule sottolinea come anche la diocesi di Kildare e Leighlin abbia sottoscritto il testo «Standards and Guidance», documento pubblicato dalla Commissione nazionale per la salvaguardia dell’infanzia nella Chiesa cattolica, in quanto «siamo fortemente convinti della necessità di una costante vigilanza per assicurare che la Chiesa sia il luogo più sicuro per i bambini».Sulla necessità di affrontare la questione degli abusi sessuali sui minori da parte di personale della Chiesa «direttamente e senza ambiguità» sono intervenuti ieri anche i vescovi di Inghilterra e Galles. I quali, in una lettera ai fedeli cattolici che sarà letta nelle parrocchie questa settimana, chiedendo di dedicare i venerdì del mese di maggio alla preghiera per «la guarigione, il perdono e un impegno rinnovato. Preghiamo per tutti coloro che hanno sofferto per gli abusi, per coloro che hanno gestito male tali questioni aggiungendo altra sofferenza alle persone colpite».Da tale preghiera, aggiungono i presuli, «non escludiamo coloro che hanno commesso questi peccati di abuso. Hanno un cammino di pentimento ed espiazione da fare». «Questi crimini terribili, e la risposta inadeguata da parte di alcuni leader delle Chiese – proseguono – rattristano tutti noi. Il nostro primo pensiero è per tutti coloro che hanno subito l’orrore di questi crimini».
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