mercoledì 24 novembre 2010
Il rapporto Onu segnala un netto miglioramento rispetto a dieci anni fa: in 56 Paesi il tasso di diffusione si è stabilizzato o ha segnato un declino significativo. Sono però ancora 10 milioni, soprattutto bambini ed emarginati, coloro che non hanno accesso ai farmaci. L’Africa sub-sahariana rimane la regione più colpita.
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La «guerra» contro l’Aids non può certamente dirsi vinta, eppure gli ultimi dati resi disponibili ieri dalle Nazioni Unite nel suo annuale rapporto indicano chiaramente che la diffusione della malattia sta rallentando o, in diversi Paesi, addirittura regredendo. In totale nel mondo si stima che nel 2009 fossero 33,3 milioni le persone con il virus dell’Hiv, dato leggermente in calo rispetto ai 33,4 milioni dell’anno prima. Inoltre almeno 56 Paesi si sono stabilizzati o hanno raggiunto un significativo declino del tasso di infezione.Il rapporto Unaids – diffuso a pochi giorni dalla giornata mondiale contro l’Aids del 1 dicembre – indica che le nuove infezioni da Hiv si sono ridotte di circa il 20% negli ultimi dieci anni, e che tra i giovani in quindici Paesi più duramente colpiti, i tassi di Hiv sono calati di oltre il 25% con l’adozione di pratiche sessuali più sicure.«Per la prima volta possiamo dire che stiamo interrompendo la traiettoria dell’epidemia di Aids. Abbiamo fermato e iniziato a invertire l’epidemia. Un numero minore di persone sono state contagiate dall’Hiv e muoiono di Aids», ha commentato il direttore esecutivo di Unaids Michel Sidibe. Ci sono ancora due nuovi contagiati per ogni persona che si sottopone al trattamento medico da Hiv. «Solo pochi anni fa – ha precisato Sidibe – c’erano cinque nuove infezioni per ogni due persone che iniziavano il trattamento. Stiamo chiudendo il gap tra prevenzione e cura».Dall’inizio dell’epidemia negli anni ’80, oltre 60 milioni di persone sono state contagiate dall’Hiv e quasi 30 milioni sono morte per cause legate al contagio. Lo scorso anno i decessi sono stati 1,8 milioni, molti meno dei 2,4 milioni del 2004. Il virus dell’immunodeficienza che causa l’Aids può essere controllato con un cocktail di farmaci, ma non c’è cura. Tuttora mentre oltre 5 milioni di coloro che hanno bisogno dei farmacia salva-vita per l’Aids riescono a ottenerli, circa due terzi dei 15 milioni di persone nei Paesi più poveri non riescono a procurarseli.Stando al rapporto diffuso ieri, sono i bambini e i gruppi emarginati, come tossicodipendenti e prostitute, ad aver un minor accesso ai farmaci anti-Aids rispetto ad altre categorie. Peraltro un decesso su quattro nei malati di Aids è causato dalla tubercolosi, una malattia che si può prevenire e curare. Nel 2009 nell’Africa sub-sahariana, la regione più colpita al mondo da Hiv e Aids, si sono registrati ancora 1,3 milioni di decessi legati all’Aids e 1,8 milioni di nuovi casi di Hiv (su un totale di 2,6 milioni nel mondo, in calo del 20% rispetto al 1999).Per l’Onu, dunque, è ancora troppo presto per dichiarare «missione compiuta». Sidibe ha aggiunto di essere preoccupato per la riduzione della crescita dei fondi per combattere l’Aids, con gli investimenti dei donatori internazionali in calo per la prima volta nel 2009, e per le significative barriere che impediscono a gruppi di emarginati di accedere alla prevenzione e ai servizi di cui hanno bisogno. Unaids stima che nel 2009 erano disponibili 15,9 miliardi di dollari per la risposta internazionale all’Aids, 10 miliardi in meno del necessario.
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