martedì 6 marzo 2018
Si aggrava il bilancio del sisma. Distrutti interi villaggi. Messaggio di papa Francesco.
Le mvittime del sisma sono salite a oltre un centinaio (Cnn)

Le mvittime del sisma sono salite a oltre un centinaio (Cnn)

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È salito a oltre 100 morti e centinaia di feriti il bilancio del terremoto di magnitudo 7.5 che ha colpito una settimana fa la regione degli altipiani in Papua Nuova Guinea, a cui sono seguite forti scosse di assestamento, fra cui due ieri di magnitudo 6.Le scosse hanno distrutto interi villaggi e infrastrutture, causando centinaia di frane che hanno bloccato le strade nel terreno montagnoso. Lo riferisce la Croce Rossa Internazionale, citando dati di autorità provinciali.

Il messaggio di papa Francesco. È "con grande tristezza" che papa Francesco"ha appreso della tragica perdita di vite in seguito al recente terremoto in Papua Nuova Guinea". Lo si legge in un telegramma di cordoglio, a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. "Raccomandando le anime dei defunti alla misericordia di Dio Onnipotente", il Papa "invia le sue sentite condoglianze alle loro famiglie, e assicura a tutti coloro che sono stati colpiti da questo disastro la sua vicinanza nella preghiera". "Su tutti coloro che piangono in questo momento difficile e sul personale di emergenza coinvolto negli importanti sforzi di soccorso", conclude il messaggio, Papa Francesco "invoca di cuore le divine benedizioni di forza e consolazione".

Migliaia sono gli sfollati, rimasti senza cibo né acqua pulita. Man mano che i soccorsi raggiungono le località più remote, si scopre che il bilancio delle vittime può essere molto più alto di quanto ritenuto. Ad aggravare la crisi, la necessità di disattivare il più grande progetto di sviluppo del paese, il progetto di estrazione di gas liquido operato dal colosso Usa ExxonMobil, danneggiato dal sisma. Resterà fermo per un paio di mesi per riparazioni. La chiusura degli impianti avrà "un duro impatto" sull'economia, ha avvertito il primo ministro Peter ÒNeill.

Intanto gli sforzi di soccorso si espandono lentamente, con milioni di dollari di aiuti dal governo, da ExxonMobil e dagli australiani Oil Search e Santos, che partecipano al progetto. Unità militari australiane e neozelandesi si occupano della distribuzione degli aiuti, mentre dalla Cina il governo e la Croce Rossa hanno promesso assistenza finanziaria. A una settimana dal primo sisma, gli sforzi di soccorso incontrano ostacoli logistici a causa della lontananza delle regioni colpite e diverse agenzie di aiuti si preparano a consegnare gli aiuti per via aerea. Il terremoto ha devastato gli orti di centinaia di migliaia di persone e le frane hanno bloccato e inquinato i fiumi che usano per bere. Ricostruire strade, ponti, scuole e cliniche potrà richiedere anni.

I terremoti sono comuni in Papua Nuova Guinea, che sorge sull'"anello di fuoco" del Pacifico, un punto caldo di attività sismica a causa della frizione fra piastre tettoniche. Parte della costa settentrionale del Paese fu devastata nel 1998 da uno tsunami, generato da un terremoto di magnitudo 7, in cui rimasero uccise 2200 persone.

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