sabato 24 febbraio 2024
Migliaia in piazza a Peshawar. Scontro tra la maggioranza islamica sunnita e gli Ahmadi. Nel mirino giudice della Corte Suprema che avrebbe assolto l'imputato per aver distribuito il testo «blasfemo»
La protesta di piazza a Peshawar dopo la decisione del giudice della Corte Suprema

La protesta di piazza a Peshawar dopo la decisione del giudice della Corte Suprema - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

In almeno tremila hanno manifestato ieri nella città nord-occidentale di Peshawar contro il presidente della Corte Suprema pachistana, Qazi Faez Isa, “colpevole” dell’assoluzione decisa due settimane fa dalla Corte per un individuo appartenente agli Ahmadi, setta di origine islamica che i sunniti ortodossi ritengono eretica e quindi meritevole di persecuzione.

L’accusa di blasfemia era stata avanzata per la presunta diffusione di un testo della setta. La protesta, che ha ricalcato in tono maggiore e più acceso quella in corso anche in altre località, si è accesa dopo la preghiera del venerdì, con cortei e blocchi stradali accompagnati da grida di “morte ai Qadiani” (un’altra denominazione degli Ahmadi, dalla città di Qadian luogo di nascita del fondatore e loro centro principale), “viva l’islam” e attacchi alla Corte Suprema che a sua volta giovedì aveva confermato la legalità della propria azione difendendo la sentenza e negando che fosse contraria allo spirito della Costituzione della Repubblica islamica del Pakistan. Questa impressione è assolutamente sbagliata – hanno scritto i giudici. - La campagna organizzata contro il sistema giudiziario e i singoli giudici è deplorevole”

In un contesto di forti tensioni in corso dalle elezioni dell’8 febbraio, per l’opposizione politica “scippate” loro da brogli e manovre di alcuni partiti in accordo con le forze armate e senza contrarietà espressa dalla magistratura, l’opinione pubblica non aveva praticamente notato la decisione dei giudici supremi. Questa è stata però rilanciata e contestata online negli ultimi giorni dal partito estremista religioso Tehreek-e-Labbaik Pakistan, non nuovo a iniziative persecutorie verso le minoranze e particolarmente aggressivo, spesso prendendo a pretesto presunte manifestazioni di blasfemia in realtà il più delle volte motivate da contrasti di interesse o faide locali. I post con la richiesta di dimissioni del presidente Isa hanno avuto migliaia di condivisioni e la protesta di piazza dimostra che ha in parte raggiunto il suo scopo.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: