venerdì 12 giugno 2015
Sigillati gli uffici a Islamabad. L'ong: preoccupazione, nessun avviso. Il ministro: attività al di fuori dei limiti di competenza.
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Sorpresi e contrariati: così l'ong Save the Children reagisce alla chiusura, da parte del governo pachistano, dei suoi uffici a Islamabad per presunte "attività anti-pachistane". Save the Children in una nota conferma che l'11 giugno il suo ufficio a Islamabad è stato chiuso e sigillato dalle autorità pakistane senza che all'organizzazione sia stato notificato alcun avviso. "Save the Children è fortemente contraria a questa misura e sta manifestando ai più alti livelli le sue preoccupazioni in proposito" si legge nella nota. Save the Children, si spiega, lavora in Pakistan da più di 35 anni e attualmente ha uno staff di 1.200 persone nel paese. Il personale è esclusivamente pachistano. L'anno scorso, i suoi programmi di salute, istruzione, sicurezza alimentare e per il sostentamento hanno raggiunto più di 4 milioni di bambini e le loro famiglie. "Tutto il nostro lavoro è stato pianificato e portato avanti in stretta collaborazione con i vari ministeri governativi in tutto il paese, con l'obiettivo di rafforzare il sistema dei servizi pubblici per salute, nutrizione, educazione e benessere infantile" conclude la nota. In riferimento alla chiusura degli uffici di Save The Children, il ministro pachistano degli Interni Chaudhry Nisar Ali Khan ha detto oggi che "tutte le ong devono seguire le leggi e i regolamenti nazionali se vogliono operare nel Paese". Parlando ai giornalisti a Islamabad, ha spiegato che alcune associazioni "svolgevano attività al di fuori dei propri limiti di competenza" senza tuttavia fornire dettagli sulle violazioni commesse dall'organizzazione internazionale che si occupa di diritti dell'infanzia.
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