lunedì 19 gennaio 2015
​È la stima-choc dell'Oxfam per il 2016. L'Italia al quinto posto con 1,6 milioni di super possidenti. Dati presentati a Davos, alla vigilia del Forum.
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Entro il 2016 l'1% della popolazione mondiale supererà in ricchezza il restante 99%. Questo se sarà confermata la tendenza in corso, che ha visto negli ultimi cinque anni i pochi nababbi aumentare i loro patrimoni dal 44% al 48% della ricchezza mondiale. Non solo. Attualmente il restante 52% dei beni nel mondo è per quasi la metà (46%) nelle mani del 20% della popolazione. Risultato: il 79% della popolazione mondiale detiene appena il 5,5% della ricchezza, con un reddito medio di 3.851 dollari l'anno (3.331 euro). Mentre il reddito medio dell'1% è di 2,7 milioni di dollari (2,33 milioni di euro). Questa l'analisi-denuncia presentata lunedì da Oxfam (confederazione di 17 Ong che combattono la povertà in più di 100 Paesi) a Davos in Svizzera che da martedì vedrà riunito gotha di economia e politica di tutto il mondo.​ Ma c'è una sorpresa che riguarda l'Italia. Tra le patrie dei nababbi l'Italia figura al quinto posto per numero di presenze, con ben 1,6 milioni di super ricchi. In particolare Oxfam ha calcolato che l'1% di paperoni del mondo è pari a 34,8 milioni di persone. Di questi 14,2 milioni sono negli Usa, 2,7 milioni in Giappone, 2,4 in Francia, 2 milioni in Gran Bretagna e Germania. Al quinto posto l'Italia, con 1,6 milioni, seguita dagli 1,3 milioni di super-ricchi in Australia, 1,2 in Cina, gli 1,1 milioni in Canada e i 700.000 della Svizzera.In base al rapporto, tra i dieci miliardari più ricchi (dalla lista del 2013) che hanno fatto la loro fortuna, o almeno parte di essa, grazie ad attività collegate al settore farmaceutico e sanitario, c'è, al sesto posto, anche l'italiano Stefano Pessina. Il suo incremento di ricchezza tra marzo del 2013 e quello dell'anno successivo è stato del 63%, passando da 6,4 miliardi di dollari a 10,4.In testa ai 10 miliardari più ricchi, sempre dalla lista del 2013, che hanno fatto la loro fortuna, o almeno parte di essa, grazie ad attività collegate al settore finanziario ci sono: Warren Buffet passato da 53,5 miliardi di dollari nel 2013 a 58,2 nel 2014, l'ex sindaco di New York Michael Bloomberg e l'investitore americano Carl Icahn.
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