giovedì 14 settembre 2023
Don Manuel, il parroco della chiesa cattolica di Gueliz, nella parte moderna della città, ha mobilitato la comunità: una catena di solidarietà assiste i bambini dai 2 ai 12 anni
Sono decine di migliaia le persone rimaste senza casa in Marocco

Sono decine di migliaia le persone rimaste senza casa in Marocco - Reuters

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Non hanno più padre né madre, vittime del terremoto che venerdì 8 settembre ha sconvolto il Marocco. E non hanno neppure l'ombra di un parente prossimo che possa occuparsi di loro. Commuove l'intera comunità di Marrakech la storia dei 100 bambini, di età compresa tra i 2 mesi e i 12 anni di età, riuniti in un primo momento a Tahanout, nell'orfanotrofio più vicino ai villaggi dell'Atlante e poi man mano ridistribuiti nella case di accoglienza per minori che punteggiano la regione.

I soccorritori li hanno trovati in una manciata di centri, poco meno di 50, i primi raggiunti dalla protezione civile, a poche ore dal sisma. Inutile cercare qualcuno della famiglia: deceduti o ricoverati negli ospedali in condizioni critiche, nonni, zii e parenti non hanno risposto all'appello. È bastato che don Manuel, il parroco della chiesa cattolica di Gueliz, nella parte moderna della città, dicesse: "Sono rimasti completamente soli. Aiutiamoli". E si è subito scatenata una gara di solidarietà. La Caritas di Marrakech fa da centro raccolta; nel piccolo magazzino accanto alla parrocchia sono piovuti in poche ore oltre 100 materassi e più del doppio di coperte, vestiti di ogni taglia, calzini e scarpette, latte condensato e giocattoli. Bruna, la coordinatrice Caritas (caritasmarrakech.org) registra le donazioni con entusiasmo, ma avverte: "Ringraziamo tutti di cuore, però non fermiamoci, serve ancora tanto". Nel bar "La Bottega", proprio di fronte alla chiesa e accanto alla moschea più importante del quartiere, un gruppo di volontari ha rilanciato l'appello. Così un'avventrice ha regalato pannolini per un valore di duemila euro. Ulteriori 3.700 pacchi di prodotti d'igiene per l'infanzia sono già partiti per le prime destinazioni: l'orfanotrofio di Tameslot e quello di Marrakech.

La zona a sud di Marrakesh è la più colpita

La zona a sud di Marrakesh è la più colpita - Ansa


È in queste altre strutture che sono stati accolti i primi due gruppi. Giovani di ogni nazionalità che fanno parte della comunità internazionale della città ocra hanno messo a disposizione le auto per portare di persona viveri e regali, frutto di collette tra amici. Le loro storie su Instagram dicono: "Fermatevi a leggere: c'è un'emergenza. 100 bambini orfani dell'Atlante", seguono coordinate per unirsi alla colletta. I social amplificano la diffusione. Tre viaggi al giorno garantiscono un primo ponte per le necessità. Gli orfanotrofi del Marocco soffrono già di sovraffollamento e contano oltre 30mila ospiti, in tutto il Paese. Puntavano, in vista del 2030, perlomeno a non avere più bambini abbandonati, bambini cioè avuti da madri single e molto spesso destinati a non avere alcuna identità, perché senza un padre che li riconosca, è come se fossero trasparenti. Le campagne di sensibilizzazione sono in corso. Non si aspettavano certo di dover gestire l'emergenza terremoto. Di qui la necessità di una raccolta fondi, per garantire ai nuovi piccoli ospiti in arrivo un'accoglienza senza ulteriori traumi. "In un primo momento s'era diffusa la notizia che i bambini sarebbero arrivati qui, in parrocchia, da noi, ma chiaramente non poteva essere e non è mai stato così - spiega padre Manuel - La verità è che noi aiutiamo,ttraverso la Caritas, l'associazione 'Ligue marocaine pour la protection de l'enfance', e abbiamo saputo di questi bambini che erano rimasti soli. Non abbiamo esitato a lanciare l'appello". Erano un piccolo gruppo di 25 bebè, all'inizio, poi sono man mano aumentati fino a diventare 100, inclusi bambini piccoli e quelli di età scolare. "Le notizie che abbiamo non sono confortanti - continua padre Manuel - Man mano che i soccorsi raggiungono i villaggi più impervi, il numero delle vittime aumenta. Sappiamo già che ne arriveranno molti altri".

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