venerdì 28 luglio 2017
In una votazione fiume nella notte è stato bocciato il disegno di legge "smilzo" per una parziale revoca della riforma sanitaria. Via libera anche alle sanzioni alla Russia: ora tocca al tycoon
Seduta fiume notturna in Senato per dire di nuovo no al presidente Donald Trump (Ansa)

Seduta fiume notturna in Senato per dire di nuovo no al presidente Donald Trump (Ansa)

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Martedì il Senato aveva deciso di affrontare il dibattito sulla Sanità. Mercoledì e ieri i senatori hanno però chiarito chi comanda, letteralmente prendendo a schiaffi per due volte il presidente Donald Trump e lasciando inalterato l'Obamacare. In una votazione fiume protrattasi nella notte, è stato bocciato il disegno di legge cosiddetto "smilzo" per una revoca parziale dell'Obamacare, affossando così il tentativo estremo dei repubblicani di "revocare e sostituirè la riforma della Sanità voluta da Barack Obama. Una vigorosa promessa di Trump che aveva a più riprese energicamente sollecitato i repubblicani a fare il proprio 'doverè in aula. Il testo è vittima delle divisioni Gop e determinante è risultato anche il no del senatore repubblicano dell'Arizona John McCain, insieme con quello della della senatrice repubblicana dell'Alaska Lisa Murkowski e la repubblicana Susan Collins del Maine.


Proprio McCain nei giorni scorsi aveva interrotto la sua convalescenza dopo la diagnosi di tumore al cervello per tornare in aula al Senato e votare il via libera alla ripresa dell'iter per intervenire su Obamacare, ma il tentativo si è nuovamente infranto contro un muro di 51 voti contrari e 49 favorevoli. "Tre repubblicani e 48 democratici hanno deluso il popolo americano. Come ho detto fin dall'inizio, si lasci che l'Obamacare imploda, poi si intervenga. Guardate!". È il tweet con cui Trump ha reagito alla bocciatura, dopo aver energicamente spronato i repubblicani a "mantenere la promessa fatta agli americani", anche in un intervento alla nazione nei giorni scorsi dai toni particolarmente duri. Fino a qualche ora fa con l'ultimo tweet di incoraggiamento: "Go republican senators, Go!".

Si tratta infatti di un clamoroso fallimento da parte dei repubblicani, il leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell in testa, che non sono riusciti a superare l'impasse nonostante i numerosi tentativi. McConnell aveva nelle scorse ore presentato il testo di un disegno di legge "al ribasso" - e chiamato per questo il testo "smilzo" - con l'obiettivo di revocare parti dell'Affordable Care Act, la legge alla base della riforma sanitaria voluta da Barack Obama, dando poi il via al dibattimento in aula sfociato nel voto concluso attorno alle due del mattino americane. Una sorta di escamotage che avrebbe consentito al Senato di approvare un testo su cui la Camera avrebbe potuto poi tornare a lavorare nel tentativo di delineare un provvedimento più vasto che portasse alla "revoca e sostituzione" di Obamacare. Lo speaker della Camera, il repubblicano Paul Ryan, aveva espresso la disponibilità della Camera a lavorare con il Senato.


McConnell parla adesso di "delusione, una vera delusione", con poco altro da aggiungere a caldo. Ma è la scelta dell'ottantenne McCain, che nei giorni scorsi aveva colpito tornando a Washington con le cicatrici dell'intervento chirurgico ancora visibili sul voto, per dar voce in aula anche ad un appassionato appello per un accordo bipartisan per superare lo stallo. Sul voto di questa notte ha dichiarato: "Ho fatto ciò che ho creduto giusto".

Un'altra grana per Trump, esposto in pieno alla bufera per il Russiagate, è il secondo voto fatto l'altra notte. Il Senato americano ha adottato nuove sanzioni contro la Russia per la sua presunta ingerenza nelle elezioni presidenziali Usa, con 98 voti favorevoli e due contrari, dopo che la Camera dei rappresentanti aveva adottato il testo, martedì scorso, con 419 voti a favore e tre contrari. Spetta ora al presidente Donald Trump decidere se ratificare la legge o porre il veto. Le nuove misure sono state criticate dal Cremlino, ma anche dall'Unione Europea, perché consentono di colpire imprese europee. Nel testo sono previste anche sanzioni contro Iran e Corea del Nord.

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