venerdì 24 settembre 2010
«In un anno Palestina all’Onu». Ma l’iraniano incalza: l’11/9 complotto Usa, Israele «criminale». Il capo della Casa Bianca interviene su Medio Oriente e nucleare dell’Iran, invitando Gerusalemme a estendere la moratoria sulle colonie ed esortando Teheran a «dimostrare gli scopi pacifici» del suo programma. Il leader islamico esordisce con il botto e mostra Bibbia e Corano. Delegazioni Ue e americana lasciano l’aula.
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Barack Obama esorta Benjamin Netanyahu ad estendere la moratoria sui nuovi insediamenti e apre una porta all’Iran sul nucleare, Mahmoud Ahmadinejad invece attacca ancora lo Stato ebraico (oltre agli Stati Uniti) e la Turchia esige da Israele scuse formali per l’aggressione alla propria flottiglia del maggio scorso. Il Medio Oriente è stato al centro della prima giornata di dibattito della 65ma Assemblea generale dell’Onu, che ha visto in primo piano anche una nuova tesa schermaglia a distanza fra i presidenti statunitense ed iraniano. Se arabi e israeliani sosterranno la nostra sfida della pace, ha detto Obama, «quando torneremo qui il prossimo anno, potremo arrivare a vedere un nuovo membro delle Nazioni Unite, uno Stato palestinese indipendente». Il presidente Usa ha quindi incalzato direttamente il premier israeliano: «La moratoria sugli insediamenti da parte di Israele ha fatto la differenza sul terreno – ha sostenuto –. Crediamo che la moratoria debba essere estesa e che i colloqui debbano essere portati avanti fino a conclusione». Passaggio che ha incassato le «felicitazioni» del presidente dell’Autorità nazionale palestinese, citato direttamente dall’inquilino della Casa Bianca insieme a Netanyahu per il suo «coraggio di raggiungere il traguardo della pace». All’Iran Obama si è rivolto ancora una volta con la mano tesa, ma non incondizionatamente. «La porta resta aperta alla diplomazia se Teheran deciderà di varcare tale soglia – ha detto – e se dimostrerà gli scopi pacifici del suo programma nucleare». L’appello non ha trovato però ascolto: il presidente iraniano si è «rifiutato» di ascoltare il discorso del presidente Usa. Poche ore prima dal suo intervento all’Onu Ahmadinejad aveva definito Netanyahu un «abile killer di donne e bambini» e intimato agli Stati Uniti di non intromettersi nei suoi affari interni. E dal podio dell’Assemblea generale ha accusato l’America di essere «responsabile» degli attacchi dell’11 settembre («alcuni segmenti dell’Amministrazione Usa li hanno orchestrati per salvare il regime») e Israele di aver commesso «orribili crimini» contro i palestinesi, suscitando l’uscita dall’aula sia dei delegati statunitensi che dei 27 rappresentanti dei Paesi Ue, compresa l’Italia. Il presidente della Repubblica islamica ha poi posto la «chiarezza sull’arsenale atomico israeliano» come condizione per la ripresa dei colloqui con le potenze mondiali sul suo programma nucleare che – dice – «riprenderanno da ottobre». E ha assicurato (a parole) che il suo Paese non punta a dotarsi di armi nucleari e invitato provocatoriamente l’Assemblea a dichiarare il 2011 «anno del disarmo nucleare e del nucleare pacifico per tutti». Ahmadinejad parlava tenendo in mano una copia del corano e una della Bibbia che ha detto di «rispettare entrambe». «Una vile scelta di cospirazione», hanno commentato fonti Usa all’Onu constatando che il presidente iraniano ha perso un’altra occasione di pronunciare «parole di apertura». L’Iran ha trovato un unico alleato nella Turchia. Il presidente Abdullah Gul ha difeso i legami di Ankara con Teheran, ha dichiarato esplicitamente l’intenzione turca di diventare leader del mondo musulmano e ha snobbato un tentativo di dialogo di Israele, ribadendo la sua richiesta di scuse formali per il blitz contro la flottiglia filo-palestinese del 31 maggio, durante il quale morirono nove cittadini turchi. Si è concentrato invece sulle questioni economiche uno dei tradizionali alleati di Teheran. Nel suo intervento, il premier cinese Wen Jiabao ha sottolineato che la Cina punta a colmare il gap fra le aree urbane e quelle rurali del Paese. «Lo sviluppo della Cina è un’opportunità per il mondo», ha detto, evitando però riferimenti alla questione della valuta cinese, considerata artificialmente bassa da Washington. «La Cina deve fare di più per risolvere la disputa sul valore della sua valuta», ha detto il presidente al premier cinese nel corso di un incontro bilaterale a margine del dibattito Onu, durante il quale Wen ha accettato l’invito rivolto da Obama al presidente cinese Hu Jintao a recarsi negli Stati Uniti a gennaio. E un macabro giallo ha macchiato la prima giornata di dibattito al Palazzo di Vetro. Un diplomatico del Nicaragua è stato trovato sgozzato nel suo appartamento a New York. Il corpo del console generale Cesar Mercado è stato scoperto, nel suo appartamento nel Bronx, dall’autista del consolato del Nicaragua che era andato a prendere il diplomatico per portarlo al Palazzo di Vetro.
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