giovedì 24 febbraio 2011
«Il matrimonio è stato recepito per millenni e attraverso le culture come l’unione tra un uomo e una donna», ribadiscono i vescovi statunitensi, biasimando il presidente Obama che ieri ha chiesto al Dipartimento di Giustizia di non difendere più nelle Corti federali il Marriage Act, la legge approvata da un Congresso repubblicano e firmata da un presidente democratico 15 anni fa.
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"Il matrimonio è stato recepito per millenni e attraverso le culture come l’unione tra un uomo e una donna", ribadiscono i vescovi statunitensi, biasimando il presidente Obama che ieri ha chiesto al Dipartimento di Giustizia di non difendere più nelle Corti federali il Marriage Act, la legge approvata da un Congresso repubblicano e firmata da un presidente democratico, appena 15 anni fa. Per i presuli tale decisione "rappresenta un'abdicazione di responsabilità dell’esecutivo" rispetto "al proprio obbligo costituzionale di assicurare che le leggi degli Stati Uniti siano pienamente realizzate". Secondo i sondaggi la maggioranza degli americani resta convinta che le coppie di persone dello stesso sesso non possano definirsi "sposate". Solo 5 Stati su 50, oltre al distretto della capitale (District of Columbia), al momento riconoscono i matrimoni gay e nei prossimi mesi almeno 7 Stati prenderanno in esame misure per rafforzare l’istituzione matrimoniale tradizionale. Obama avrebbe dunque operato uno "strappo" nel Paese, in un momento in cui il vento soffierebbe contrario alle unioni omosessuali.E, il tema della discriminazione appare quasi un cavallo di Troia del movimento dei gay, non solo negli Usa, per ottenere un riconoscimento di genere in ogni ambito della vita sociale…..
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