mercoledì 2 dicembre 2009
Dopo l'annuncio del presidente degli Stati Uniti Barack Obama sull'invio di 30mila nuovi soldati in Afghanistan, il segretario della Nato Rasmussen esprime il sostegno dell'Alleanza. Sì dell'Italia ma senza precisare i numeri.
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Barack Obama ha annunciato che manderà 30.000 soldati in più in Afghanistan entro la prossima estate, ma anche che comincerà il ritiro graduale delle truppe dal luglio 2011. Con un discorso dinanzi ai giovani cadetti dell'Accademia Militare di West Point, molti dei quali partiranno per il fronte nei prossimi mesi, il presidente Usa ha cercato di preparare il Paese al nuovo duro impegno e anchealle altre vittime che la sua nuova strategia è destinata a provocare. Ma ha anche detto, per la prima volta, che le truppe americane cominceranno a rientrare tra 18 mesi, allontanando che lo spettro la guerra finisca come in Vietnam. Con un discorso di 35 minuti nella stessa Accademia dove George W. Bush aveva difeso, nel 2001, la dottrina degli attacchi preventivi, Obama ha avvertito che la guerriglia talebana ha guadagnato terreno e ha ammesso che al Qaeda mantiene i suoi santuari lungo il confine con il Pakistan. "Se non pensassi che in Afghanistan sono in gioco la sicurezza degli Stati Uniti e degli americani, sarei ben felice di ordinare a ogni singolo soldato di tornare a casa domani". "L'Afghanistan non è perduto, ma per molti anni ha camminato a ritroso", ha detto, scommettendo sul fatto che l'aumento di truppe possa risollevare la situazione. Obama ha chiesto l'aiuto dell'Europa, ricordando che "questa non è solo la guerra dell'America"; e si è detto fiducioso che gli alleati risponderanno all'appello perchè "quello che è in gioco non è solo una prova di credibilità della Nato, ma la sicurezza dei nostri alleati e la sicurezza comune del mondo". Poi ha messo in guardia Hamid Karzai ("Il tempo degli assegni in bianco è finito") e reagito con forza a coloro che paragonano l'Afghanistan al Vietnam, dicendo che danno "una falsa lettura della storia". E si è rivolto direttamente al cuore degli americani: "Lasciatemi essere chiaro: niente di tutto ciò sarà facile. La battaglia contro l'estremismo violento non finirà rapidamente e si espande ben oltre l'Afghanistan e il Pakistan. Ma sarà un test efficace per la nostra libera società e per la nostra leadership nel mondo".Immediate le repliche degli alleati. Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha preannunciato che l'Alleanza Atlantica invierà altri 5.000 soldati nel 2010. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha assicurato un maggior contributo italiano, anche se non ha voluto fare numeri. Per ora Francia e Germania sono in una posizione attendista. La Gran Bretagna ha annunciato rinforzi (500 soldati), la Spagna potrebbe aumentare le truppe di altri 200 militari. La Polonia ne invierà probabilmente 600. Un surge che dovrebbe consentire alle truppe internazionali di sconfiggere "il cancro" di Al-Qaeda. Ma i taleban hanno già detto che la guerriglia alzerà il tiro e aumenterà il livello dello scontro.
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