mercoledì 2 marzo 2022
Monsignor Kulbokas: lla preghiera contribuisce alla pace perché distrugge le fondamenta stessa della guerra
Ucraini in preghiera nella piazza antistante la Cattedrale di Santa Sofia a Kiev

Ucraini in preghiera nella piazza antistante la Cattedrale di Santa Sofia a Kiev - Foto di archivio Ansa

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La nunziatura apostolica rimane a Kiev. Lo conferma il nunzio apostolico in Ucraina monsignor Visvaldas Kulbokas. "Non siamo soltanto un'ambasciata. Io qui rappresento il Papa presso l'Ucraina, ma anche presso il popolo e presso le Chiese in Ucraina. Ho non soltanto il dovere, ma anche la possibilità di stare vicino alla gente. Quindi il mio posto è qui", dice in una intervista di Maria Chiara Biagioni per il Sir. "Certo, se vedessimo che umanamente è impossibile restare, si porrà la questione ma per il momento se si riesce a stare qui, noi non ci muoviamo".

"Siamo in uno dei quartieri centrali della città - continua monsignor Kulbokas -. Siamo qui con due collaboratori e la comunità delle religiose che assistono la nunziatura. Abbiamo accumulato alcune scorte di viveri già prima dell'azione di guerra come la maggior parte degli abitanti di Kiev, anche se tanti non credevano che la situazione potesse precipitare in questo modo".

"Avremo quindi per un po' di tempo viveri e acqua, certo non per lunghissimo tempo. Il problema della grave crisi umanitaria già
si sta ponendo ad alcuni e man mano con il passare dei giorni si estenderà a tutta la città di Kiev ma anche a Kharkiv, Odessa,
Mariupol, Kherson, la situazione è simile".

E sulla Giornata di preghiera e digiuno di oggi dice: "La preghiera contribuisce alla pace perché distrugge le fondamenta
stessa della guerra. Elimina l'arroganza, la mancanza di responsabilità. Genera conversione, ci consegna lo spirito di umiltà. E quando Dio ci vede così, non può rimanere indifferente e non darci in dono la pace".

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