lunedì 27 marzo 2023
Continua ad Assisi il percorso per aprire spiragli di dialogo tra Est e Ovest organizzato dal Comitato per una Civiltà dell'amore
L'evento promosso ad Assisi dal Comitato per una Civiltà dell'amore

L'evento promosso ad Assisi dal Comitato per una Civiltà dell'amore

COMMENTA E CONDIVIDI

«Dalla terra natia di San Francesco, il Santo della pace e e dell’amore per i poveri parte la speranza di utilizzare i fondi attualmente spesi per le armi nucleari per fini umanitari migliori». A lanciare questo forte appello è stata la conferenza sul disarmo nucleare avvenuta ieri nel Santuario della Spoliazione di Assisi, iniziativa organizzata dal Comitato per una Civiltà dell’amore, dalla diocesi di Assisi-Nocera-Gualdo e dalla città. Un evento di alto profilo a cui hanno preso parte il presidente del Comitato, Giuseppe Rotunno, il vescovo Domenico Sorrentino, la sindaca Stefania Proietti. I lavori sono stati strutturati in due momenti.
Prima il panel in inglese, moderato dal cardinale Silvano Tomasi, con esperti russi e americani e rappresentanti delle varie confessioni cristiane. Tra loro, Sergeij Rogov, dell’Accademia russa delle scienze, Arnold Kohen, di Global Priorities, Pierce Cordes, studioso del disarmo, l'archimandrita Philip, rappresentante della Chiesa ortodossa russa presso il Consiglio d'Europa, Lucas Koach, direttore dell’ufficio Giustizia e pace della Conferenza dei vescovi Usa e Dennis Frado, direttore del Lutheran office for world community, Alexey Gromyko, dell'Accademia russa delle scienze e Lunkin Roman Nikolaevich, vice-direttore dell'Institute of Europe. Nella seconda parte, in italiano e moderata da Guglielmo Gallone di Limes, ci sono stati i contributi di attivisti per la pace, ambasciatori, politici, scienziati e manager.
Nel documento finale, elaborato al termine, accanto alle dichiarazioni di principio ci sono proposte concrete. Come la creazione di una «commissione permanente tra esperti russi e americani, che possa lavorare in collaborazione con i leader cattolici e delle altre religioni, per cercare soluzioni utili ai governi che possiedono armi nucleari e incoraggiare modi e mezzi per ridurre gli arsenali e i pericoli nucleari». Non è un caso che il tavolo abbia riunito figure di spicco russe e americane. Washington e Mosca: detengono il 90 per cento delle testate. Per questo «hanno una responsabilità speciale nel lavorare insieme su misure pratiche per ridurre la minaccia di una guerra nucleare». Il metodo per arginare pericolose escalation è il dialogo, «un dialogo continuo tra esperti russi e americani insieme ai leader religiosi sulle misure pratiche per ridurre il rischio di utilizzo di armi nucleari, che potrebbero avere conseguenze catastrofiche». «È essenziale un dialogo costante a tutti i livelli. La combinazione di esperti e leader religiosi aggiunge una dimensione speciale agli sforzi esistenti per affrontare i pericoli nucleari in questo momento rischioso».
Proprio le varie comunità di fede si impegnano a «sostenere misure pratiche per ridurre i pericoli nucleari e contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi nucleari e sulle opportunità per riuscire ad affrontarle». Il testo conclusivo, inoltre, sottolinea l’importanza del New Start, trattato sulla riduzione degli arsenali nucleari, nel garantire la stabilità internazionale anche e in modo speciale ora che le tensioni tra Stati Uniti e Russia sono esacerbate dalla crisi ucraina. L’evento è la prosecuzione del percorso cominciato ad Assisi a dicembre quando, nel mezzo della guerra alle porte dell’Europa, si è cercato di aprire un canale di comunicazione tra Washington e Mosca. I “dialoghi di Assisi” vogliono essere un laboratorio di costruzione della pace e di liberazione del mondo dall’incubo atomico.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: