martedì 4 luglio 2023
Aveva 37 anni ed era considerata una delle più promettenti voci della giovane letteratura ucraina. Girava per il suo Paese per documentare i crimini di guerra russi
I funerali di Victoria Amelina, morta in un bombardamento a Kramatorsk

I funerali di Victoria Amelina, morta in un bombardamento a Kramatorsk - Ansa

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Decine di persone hanno preso parte ai funerali della giornalista e scrittrice ucraina Victoria Amelina oggi nel monastero di San Michele a Kiev. Il commosso addio all'intellettuale, vittima martedì 27 giugno con altre 12 persone, tra cui due gemelle adolescenti e altri due bambini, di un bombardamento russo contro un noto ristorante di Kramatorsk nel Donetsk hanno preso parte scrittori, attivisti e investigatori dei crimini di guerra commessi dalla Russia dall'inizio dell'invasione in Ucraina.

Victoria Amelina è morta dopo alcuni giorni di agonia all’ospedale Mechnikov di Dnipro. Nata a Leopoli nel 1986, l’autrice, nota in tutto il mondo, era apprezzata anche in Italia. Nonostante si fosse trasferita in Canada durante l’infanzia con il padre, era rimasta molto legata all’Ucraina, tanto da tornarci per completare i suoi studi. Laureata al Politecnico di Leopoli, nel 2014 era uscito il suo primo romanzo, intitolato «La sindrome di novembre, o Homo Compatiens».

Aveva fondato un festival letterario in Donbass e dedicato la sua vita alla documentazione dei crimini di guerra russi nei territori occupati. I suoi romanzi sono stati tradotti in diverse lingue. Amelina nell'ultimo anno viaggiava attraverso l'Ucraina per documentare i crimini di guerra. Il suo scrivere era diventato questo, e lungo questa strada aveva trovato il diario di Voldymyr Vakulenko, scrittore catturato e ucciso dalle forze russe nella città di Izium all'inizio del 2022, sotterrato nel suo giardino. Fra quelle pagine un resoconto puntuale delle atrocità della guerra. Ne è nato un volume, presentato proprio nei giorni scorsi al Festival del libro di Kiev.

I funerali di Victoria Amelina, morta in un bombardamento a Kramatorsk

I funerali di Victoria Amelina, morta in un bombardamento a Kramatorsk - ANSA

Era considerata una delle voci più significative della giovane letteratura ucraina, pluripremiata (ha ricevuto il Joseph Conrad Literary Prize nel 2021 ed era in lizza anche per lo European Union Prize for Literature). Le era stata da poco riconosciuta la Columbia University fellowship a Parigi, dove intendeva trasferirsi in autunno con suo figlio che ha 12 anni.

La notizia della sua morte è stata diffusa da Pen Ucraina, che ha fatto sapere che l'autrice si è spenta in un ospedale a Dnipro, circondata da familiari e amici. Ma l'organizzazione che lavora in tutto il mondo per la difesa della libertà di espressione si è presa anche l'importante impegno di onorare l'importante eredità lasciata dall'autrice ucraina, che fra le altre cose aveva fondato alcuni festival letterari nel Paese. Uno su tutti, quello che adesso assume anche un valore altamente simbolico, è il festival letterario di New York, nel Donetsk. Una bizzarra ma fortunata omonimia attraverso la quale Victoria Amelina ha potuto esprimere, anche con una notevole dose di ironia, il singolare spirito con cui riusciva a conciliare arte e politica.

Un ritratto di Victoria Amelina

Un ritratto di Victoria Amelina - ANSA

Si chiama proprio New York (o Niu-York) una cittadina del Donetsk che dal 2014 si ritrova molto vicina alla linea del fronte. Il 18 marzo scorso New York è stata colpita da un missile russo. Ma anche precedentemente l'area vicina a dove si è tenuto il festival è stata bombardata, eventi cui la scrittrice reagì a modo suo, come ricorda anche il Guardian, rivelando il suo spirito attento e autoironico al tempo stesso: "Quando ho fondato il festival della letteratura di New York in un piccolo villaggio chiamato New York nel Donbass, ovviamente ero ironica - scriveva su Twitter l'autrice scomparsa -. Dopotutto, l'ironia è ciò che rende grande la letteratura. L'autoironia ha reso il villaggio di New York un posto fantastico. I russi non hanno autoironia. Sono così seri con loro stessi. Ma gli ucraini sopravvivranno, rideranno e faranno festival di letteratura, non guerre - in tutte le New York possibili. Prometto".

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