sabato 5 giugno 2010
Gli operai scavano nelle miniere a mani nude. Dopo sei mesi dai primi allarmi, le autorità dello Zamfara, uno Stato islamico nella parte nord del Paese, hanno cominciato ad evacuare i primi residenti. Nel Nord minatori sterminati dall’inquinamento da piombo.
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Scavare con le mani per necessità, respirare il piombo mentre si cerca un grammo d’oro da rivendere sul mercato illegale per portare a casa qualcosa da mangiare. O, semplicemente, restare avvelenati mentre si gioca, inconsapevoli. E restare così intossicati: una morte tragica, lenta e silenziosa. Provocata da un avvelenamento da piombo.Una vera e propria strage di bambini in Nigeria: 111 ne sono morti nel Nord, intorno alle miniere dello Stato di Zamfara. In totale il bilancio di questa ecatombe da gennaio in poi è di 163 vittime.La loro «colpa»: vivere in una delle aree in cui il governo ha deciso di indirizzare gli investimenti locali e esteri per sfruttare nuove miniere d’oro e altre preziose risorse naturali. Non è però un segreto il fatto che attorno a queste miniere si formino spesso dei siti dove la popolazione, per via delle difficili condizioni in cui vive, è costretta a scavare e commerciare illegalmente. La zona, infatti, è una delle più povere del Paese e si trova a ridosso del Sahel, arida regione con caratteristiche climatiche sahariane. «Abbiamo un totale di 355 casi di avvelenamento da piombo e 163 morti», ha dichiarato il dottor Henry Akpan, capo del dipartimento di epidemiologia al ministero della Salute nigeriano, «Stavano cercando l’oro, ma questa regione ha un’alta concentrazione di piombo». Secondo l’epidemiologo, molte delle vittime sono decedute dopo essere venute a contatto con il piombo del suolo, dell’acqua o, semplicemente, degli arnesi usati per lavorare. Molti dei bambini più piccoli stavano soltanto giocando nelle pozze vicine alla miniera. «Abbiano scoperto casi non comuni di dolori addominali, vomito, nausea e alcuni hanno avuto convulsioni». Le autorità hanno chiuso le miniere illegali nell’area e hanno cominciato a evacuare alcuni dei residenti. È cominciato così l’allontanamento di decine e decine di persone dalle capanne di fango in aree abbandonate, a tre ore e mezza dalla città più vicina, il capoluogo Gusau. Varie agenzie umanitarie, compresa l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e il Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie, stanno assistendo il governo nel contenere i danni riscontrati in almeno quattro villaggi dello Stato di Zamfara. Poco tempo fa, il governatore Alhaji Mahmuda Aliyu Shinkafi aveva mostrato la sua soddisfazione in seguito alla scoperta di grosse quantità d’oro e altri metalli preziosi all’interno del sottosuolo, definendo il potenziale della regione come una grande opportunità per guadagnare valuta estera. La Nigeria sta infatti cercando di diminuire la sua dipendenza dal petrolio, la maggiore fonte di guadagno per le casse statali. Del resto i tre quarti dell’oro mondiale provengono dall’Africa e la zona interessata dalla strage da piombo è ricca di oro, rame, manganese, minerali di ferro. Ma in Nigeria, dove proprio oggi il ministero delle Finanze ha fornito cifre drammatiche sulla disoccupazione, si continua a essere letteralmente «divorati» dalle pratiche estrattive illegali. Tristemente famosi sono i giganteschi roghi che di tanto in tanto divampano lungo le condutture di greggio e fanno strage di persone che con le taniche cercano di prelevare un po’ di petrolio.
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