
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu - ANSA
Il Parlamento israeliano ha respinto di misura, alle prime ore di oggi, una mozione presentata dall'opposizione per sciogliere l'Assemblea e andare a elezioni anticipate. Dei 120 membri della Knesset, 61 hanno votato contro la proposta, mentre 53 si sono espressi a favore. L'opposizione aveva depositato il disegno di legge nella speranza di forzare elezioni anticipate con l'aiuto dei partiti ultra-ortodossi, in polemica con il primo ministro Benjamin Netanyahu per la mancata approvazione di una legge per esentare i religiosi dal servizio militare obbligatorio.
Tutti i partiti di opposizione avevano presentato il disegno di legge, mentre la maggioranza appariva divisa sulla spinosa questione della coscrizione obbligatoria, cioè dell'iscrizione alle liste per la chiamata al servizio militare, degli ebrei ultraortodossi. Per decenni, questi ultimi hanno goduto di un'esenzione sempre più impopolare nella società israeliana, soprattutto da quando il Paese è in guerra con Hamas (7 ottobre 2023). Il voto che ha respinto la mozione di sfiducia al governo Netanyahu è stato preceduto da una notte di serrate consultazioni sul nuovo disegno di legge per il reclutamento degli ultraortodossi nell'esercito fra i rappresentanti del governo e i partiti United Torah Judaism e Shas mediati dal presidente della Commissione Affari esteri della Knesset, Yuli Edelstein, del partito Likud del premier. Intorno alle 2:30 di giovedì mattina, Edelstein ha rilasciato una dichiarazione: "Dopo lunghe discussioni, abbiamo raggiunto un accordo sui principi su cui si baserà la bozza del disegno di legge". si legge sul Jerusalem Post.
La vittoria potrebbe spingere Netanyahu ad accelerare i pinai di guerra contro l’Iran. Lo affermano diversi media Usa, tra cui il New York Times e Cbs news, citando diverse fonti americane ed europee. L'accelerazione israeliana e il timore di ritorsioni contro interessi americani nella regione sarebbero alla base del consiglio di Washington ai propri cittadini e diplomatici di lasciare l'Iraq e altri Paesi dell'area. Anche il Pentagono ha autorizzato i familiari dei militari ad abbandonare volontariamente le proprie sedi in tutto il Medio Oriente, ha dichiarato un funzionario della Difesa a Cbs News.
Da pare sua, Teheran non rinuncerà al suo diritto all'arricchimento dell'uranio a causa delle crescenti tensioni nella regione. Lo ha detto un alto funzionario iraniano alla Reuters, come riporta l'agenzia sul proprio sito, aggiungendo che un Paese della regione "amico" aveva avvisato Teheran di un possibile attacco militare da parte di Israele. Il funzionario ha affermato che le tensioni hanno lo scopo di "influenzare Teheran affinché cambi la sua posizione" in vista del nuovo round di colloqui con gli Stati Uniti previsti domenica in Oman.