lunedì 15 novembre 2010
La leader dell'opposizione democratica birmana, Aung San Suu Kyi, liberata sabato dopo sette anni di arresti domiciliari, ha ripreso oggi il lavoro presso la sede del suo partito, la Lega nazionale per la democrazia (LND), all'indomani del suo primo discorso politico dal 2003.«Verrà tutti i giorni», ha detto Nyan Win, portavoce dell'LND, che non esiste più formalmente come partito politico dopo la sua decisione di boicottare le elezioni del 7 novembre.
- Contagio di speranza di Luigi Geninazzi
COMMENTA E CONDIVIDI
La leader dell'opposizione democratica birmana, Aung San Suu Kyi, liberata sabato dopo sette anni di arresti domiciliari, ha ripreso oggi il lavoro presso la sede del suo partito, la Lega nazionale per la democrazia (LND), all'indomani del suo primo discorso politico dal 2003. "Verrà tutti i giorni" ha detto Nyan Win, portavoce dell'LND, che non esiste più formalmente come partito politico dopo la sua decisione di boicottare le elezioni del 7 novembre.LA STORIALa storia di Aung San Suu Kyi inizia nel 1989 e si sussegue fino ad oggi tra un'intensa lotta per la democrazia e i continui arresti che hanno contraddistinto la sua vita negli ultimi venti anni.ARRESTI DOMICILIARI NELL'89 - Nel luglio del 1989 Aung San Suu Kyi è assegnata agli arresti domiciliari. Dieci mesi prima aveva organizzato la Lega nazionale per la democrazia (Lnd), dopo la sommossa popolare in filo-democratica repressa nel sangue nell'agosto 1988. La Lega ottiene una vittoria schiacciante alle legislative del 1990, ma la giunta al potere non riconosce i risultati.NOBEL PER LA PACE - L'anno successivo Aung San Suu Kyi riceve il Nobel per la Pace, ma tornerà in liberta solo nel luglio 1995. Nel 1998 lancia un ultimatum inascoltato al governo, chiedendo di convocare l'assemblea eletta nel 1990. Nel settembre 2000 è sottoposta nuovamente agli arresti domiciliari, ma riapre negoziati segreti con la giunta grazie alla mediazione di Razali Ismail, inviato speciale dell'Onu in Birmania. Nel maggio 2002 viene rilasciata in presenza della stampa straniera.AGGUATO ORCHESTRATO DAL REGIME - Il 30 maggio 2003 il convoglio sul quale viaggiava Aung San Suu Kyi con alcuni esponenti della Lega nazionale per la democrazia cade in un'imboscata,  centinaio secondo la Lega. San Suu Kyi e altri membri del partito vengono arrestati, poi la leader democratica viene assegnata ai domiciliari.NEL 2009 CONDANNATA PER AVER OSPITATO CITTADINO USA - Nel maggio 2009, proprio mentre sperava di essere liberata, ospita un cittadino americano nella sua abitazione per due giorni. La giunta militare accusa San Suu Kyi di avere violato le condizioni della pena e, il 14 maggio, la trasferisce in prigione. La leader democratica è condannata in agosto a tre anni di prigione e di lavori forzati, quindi la sua pena viene commutata in 18 mesi supplementari di arresti domiciliari.NEL 2010 IL SUO PARTITO VIENE SCIOLTO - Il Nobel per la Pace, a questo punto, riprende i suoi contatti con i militari, chiede un incontro con il generalissimo Than Shwe, propone un contributo per la rimozione delle sanzioni occidentali. Ma le leggi elettorali del marzo 2010 costringono la Lega nazionale per la democrazia a scegliere tra l'esclusione della loro leader e la rinuncia allo scrutinio. Il partito opta per la seconda opzione e viene ufficialmente sciolto.IL RILASCIO - La Corte Suprema birmana ha respinto l'ultima richiesta di appello presentata dai legali di Aun Sang Suu Kyi per l'annullamento della condanna i domiciliari: la decisione tuttavia non ha ostacolato il rilascio del Premio Nobel.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: