mercoledì 30 agosto 2017
Già cinque le vittime, migliaia i senza casa. Il cardinale Oswald Gracias, l’arcivescovo della più popolosa città indiana, ha fatto aprire scuole e parrocchie per accogliere gli sfollati
La metropoli è letteralmente paralizzata (Ansa)

La metropoli è letteralmente paralizzata (Ansa)

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Quattro giorni di piogge battenti legate al monsone stagionale, con un picco nella
giornata di ieri, hanno messo in ginocchio Mumbai, la capitale industriale e finanziaria indiana nello Stato centrale di Maharashtra, con milioni di persone bloccate, le comunicazioni ferroviarie, stradali ed aeree severamente limitate, e almeno 5 morti. In vari punti di Mumbai e della sua provincia, in 12 ore sono caduti fino a 300 millimetri di acqua, che hanno provocato l'inondazione di molte vie di comunicazione con allagamenti nei quartieri di un metro di acqua nelle case al piano terra.

Con oltre 21 milioni di abitanti, Mumbai è la più popolosa città indiana, e la sua rete ferroviaria trasporta ogni giorno 7 milioni di pendolari. Il traffico automobilistico ed i trasporti pubblici sono stati praticamente paralizzati e il traffico aereo ha subito forti ritardi e cancellazioni. Tutte le scuole sono chiuse. L'emergenza ha anche causato la sospensione oggi del servizio, attivo dal 1890 e unico al mondo, dei 5.000 "dabbawala" che a Mumbai assicurano quotidianamente la consegna del pranzo da case e ristoranti alle persone che lavorano negli uffici della città. Le piogge continuano anche oggi.

Il cardinale: aperte scuole e parrocchie per gli sfollati

L’arcidiocesi di Mumbai ha deciso intanto di aprire le scuole e le parrocchie per dare rifugio e accoglienza ai cittadini sfollati dall’alluvione. La decisione è stata presa ieri dal cardinale Oswald Gracias, l’arcivescovo. Tramite il suo ufficio, il porporato ha diramato un elenco delle strutture che rimarranno aperte giorno e notte, disseminate in ogni angolo della megalopoli. Ad AsiaNews ha spiegato che a “Mumbai le pesanti piogge e le estreme condizioni climatiche hanno mandato in tilt trasporti su strada e ferrovia e il traffico locale. Le persone sono bloccate. Per questo ho chiesto a tutte le chiese, le scuole e gli istituti dell’arcidiocesi di offrire rifugio a tutti, a prescindere da casta e credo”.

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