Settimo giorno di guerra, a che punto siamo? La crisi ora non vede sbocchi
mercoledì 2 marzo 2022

A una settimana dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, Mosca aumenta la potenza di fuoco, alzando il tiro anche sui civili. L’avanzata però resta difficile, per l’eroica resistenza dell’esercito e della gente. Vladimir Putin pensava di prendere l'Ucraina in tre giorni, riferisce un soldato catturato, mostrato in video dalle autorità di Kiev. “Le scorte di viveri che ha distribuito ai suoi soldati quando li ha inviati a combattere bastavano solo per 72 ore, inoltre tutti sono stati privati di cellulari e documenti alla partenza", dice il militare apparso nelle immagini legato a una sedia. Propaganda per indebolire la certezze del nemico e incrinare la sua fermezza? Certo mirate a questo scopo sono le telefonate alle madri dei prigionieri russi: vostro figlio è nelle nostre mani, venite a riprenderlo; se verrete voi donne, li libereremo…

I dilemmi del Cremlino

Quale la strategia di Putin a questo punto? Giovedì mattina riprendono in Bielorussia i colloqui tra le due parti. Sul tavolo ci sarà anche l’ipotesi di un cessate il fuoco. Che da parte russa difficilmente verrà senza condizioni. Alle richieste di smilitarizzazione, rinuncia alla Crimea e al Donbass, Zelensky non potrà dare un assenso completo. Ma le situazione sul campo per l’Ucraina è molto pesante: già duemila vittime civili, quasi due milioni di persone costrette fuori delle proprie case, danni ingenti. E la possibilità che un leader senza più remore dal Cremlino ordini attacchi ancora più indiscriminati e distruttivi, immemore delle promesse di non colpire la popolazione, le chiese (raggiunte dai colpi a Kharkiv) e di volere il bene del Paese liberandolo dai “nazisti” al potere.

Che fare quindi, se Kiev non cederà su tutta la linea? Alle trattative partecipano idealmente anche gli alleati occidentali, che con le loro contromosse stanno mettendo a dura prova l’economia russa. Le sanzioni e i boicottaggi si susseguono con un ritmo inatteso, i Paesi neutrali (come visto nella votazione dell’Assemblea generale dell’Onu) si assottigliano. Il rublo vale sempre meno, le società quotate sono in picchiata, i moscoviti sono in fila a bancomat e negozi, mentre non potranno più ricevere spedizioni via Dhl né volare negli Stati Uniti. Crescono anche le voci di dissenso: seimila ricercatori chiedono la fine della guerra, l’oppositore Navalnj dal carcere chiede di andare in piazza tutti i giorni, anche un gruppo di religiosi ortodossi si dissocia dalla linea filo-statalista del Patriarcato ortodosso.

La cattedrale ortodossa d Kharkiv colpita dai bombardamenti russi

La cattedrale ortodossa d Kharkiv colpita dai bombardamenti russi - .

Situazione con pochi sbocchi

Il governo russo alza la voce di fronte alle pressioni: il ministro degli Esteri Lavrov riparla di una Terza guerra mondiale che non potrà che essere nucleare, mentre varie fonti alimentano il rischio di un’escalation oltre l’Ucraina. Può la situazione essere congelata per qualche giorno o settimana, con l’occasione dei Giochi paralimpici che si aprono a Pechino? La tregua è necessaria dal punto di vista umanitario, ma non gioverebbe a Mosca, che vedrebbe allungarsi i tempi di un’operazione che voleva concludere nei tempi di una guerra lampo. Proprio un protrarsi della crisi senza un chiaro e prevedibile sbocco può essere in questo momento un fattore di ulteriore rischio: potrebbe indurre qualcuno a scelte ancora più azzardate e pericolose.

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