mercoledì 25 agosto 2010
È il network delle cellule qaediste in Yemen la principale minaccia per la sicurezza degli Usa, molto più grave rispetto a quella costituita dal nucleo storico di al Qaeda basato in Pakistan. Questa la convinzione che si va consolidando nelle stanze segrete della Cia, stando a una fonte citata dal "Washington Post".
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La Cia ritiene che al Qaeda nello Yemen rappresenti oggi la minaccia più incombente per il pericolo di attacchi terroristici contro obiettivi occidentali. Anche se è certo che i comandi di al Qaeda sono nascosti nei santuari sicuri delle montagne del Pakistan, l'intelligence americana è sempre più convinta che nello Yemen Al Qaada sia cresciuta e si sia rafforzata al punto da rappresentare oggi ilrischio più credibile dall'11 settembre 2001 a oggi.È quanto hanno confidato al Washington Post e al Wall Street Journal analisti della Central Intelligence Agency, sottolineando che dalle indagini seguite al fallito attentato di Natale con mutande-bomba sul volo Amsterdam-Detroit, dettagli sempre più definiti sono emersi a carico dello Yemen.Sia per il fatto che Osama bin Laden è d'origine yemenita, sia per il fatto che in Yemen gli Usa non hanno la forza militare presente in Pakistan, gruppi terroristici sempre più diffusi fanno riferimento all'organizzazione Aqpa (Al Qaeda nella Penisola Arabica), «e siamo molto più preoccupati dial Qaeda di quanto non lo fossimo in precedenza» ha ammesso unodegli analisti Cia.L'intelligence Usa ritiene che in Yemen abbia un ruolo chiave Anwar al Aulaqi, il religioso nato in America considerato oggi al comando dell'ala più operativa dell'organizzazione. Per cercare di intercettarlo, i servizi dell'antiterrorismo Usa si stanno da tempo muovendo in Yemen con azioni militari mirate che, in alcuni casi, hanno coinvolto anche l'intervento delle forze armate yemenite. Ma a differenza delle azioni condotte in Pakistan, dove vengono condotti bombardamenti più o menocostanti utilizzando i droni (gli aerei senza pilota), nello Yemen la Cia ha fatto ricorso finora a bombardamenti aerei supportati dal lancio di missili lanciati da unità navali americane operanti nella zona.In questi termini, per esempio, è stato condotto il 25 maggio scorso un raid nella provincia di Marib. Nelle ultime settimane, però - stando a quanto riportano Washington Post e Wall Street Journal - l'antiterrorismo americano si starebbe orientando a intensificare le sue operazioni nello Yemen facendo ricordo ad un maggior coinvolgimento dell'intelligence.Il National Security Council alla Casa Bianca - hanno riferito i partecipanti alle riunioni più recenti - non intende più fare ricorso a un massiccio uso alla forza militare, quanto piuttosto «bilanciare un giusto mix» tra azioni di intelligence e attacchi militari. Ma tutti sono d'accordo su un punto: è dallo Yemen che può arrivare la minaccia più imminente.
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