giovedì 11 novembre 2010
«Il mondo vi guarda ed attende l'adozione di strumenti adeguati per uscire dalla crisi, con accordi comuni che non privilegino alcuni Paesi a scapito di altri». È quanto scrive Benedetto XVI nel messaggio al presidente coreano Lee Myung-bak, in occasione del vertice del G20.
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«Il mondo vi guarda ed attende l'adozione di strumenti adeguati per uscire dalla crisi, con accordi comuni che non privilegino alcuni Paesi a scapito di altri». È quanto scrive il Papa nel messaggio indirizzato al presidente della Repubblica di Corea Lee Myung-bak, in occasione del vertice del G20 che vede riuniti oggi a Seoul i capi di Stato e di governo delle 22 più grandi economie mondiali, insieme con il segretario generale dell'Onu, con la presidenza dell'Ue e di alcune organizzazioni regionali, come pure con i responsabili di varie agenzie specializzate. Il messaggio è stato reso noto dall’Osservatore Romano e rilanciato oggi dalla sala stampa vaticana. Questo vertice – afferma il Papa - «non ha soltanto una portata globale, ma è anche un segno eloquente della rilevanza e della responsabilità acquisite dall'Asia nello scenario internazionale all'inizio del secolo XXI. La presidenza coreana del Vertice – sottolinea - è un riconoscimento del significativo livello di sviluppo economico raggiunto» da questo Paese. «Si tratta di tracciare la soluzione di questioni assai complesse, dalle quali dipende il futuro delle prossime generazioni e che, pertanto, necessitano della collaborazione di tutta la comunità internazionale, nel riconoscimento, comune e concorde fra tutti i Popoli, del valore primario e centrale della dignità umana, obiettivo finale delle scelte stesse».
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