sabato 18 novembre 2023
Ma l'esercito israeliano smentisce di aver dato l'ultimatum: «Medici e pazienti possono restare, ci hanno chiesto di far uscire gli sfollati. Abbiamo fornito cibo e aiuti umanitari»
L'arrivo di uno dei 15 bambini all'aeroporto di Abu Dhabi

L'arrivo di uno dei 15 bambini all'aeroporto di Abu Dhabi - Reuters

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È atterrato ad Abu Dhabi il primo aereo con bambini palestinesi feriti. Si tratta di un'iniziativa degli Emirati Arabi Uniti per accogliere 1.000 minori della Striscia di Gaza bisognosi urgentemente di cure.

Sono 15 i bambini, accompagnati dalle loro famiglie, atterrati nell'emirato. Il gruppo ha lasciato ieri sera l'enclave palestinese e i feriti sono stati portati in ambulanza all'aeroporto egiziano di al-Arish (a 40 chilometri dal valico di Rafah), da dove sono partiti per Abu Dhabi.

All'inizio di novembre il presidente emiratino, Mohammed Bin Zayed, aveva ordinato di accogliere un migliaio di bambini feriti dagli attacchi israeliani spiegando che «l'iniziativa rientra nei continui sforzi degli Emirati Arabi Uniti per fornire aiuti al fraterno popolo palestinese, in particolare ai bambini, in risposta alle difficili condizioni umanitarie che stanno vivendo». L'obiettivo, ha detto, è «fornire loro ogni tipo di assistenza medica e sanitaria di cui avranno bisogno negli ospedali statali fino a quando si riprenderanno e potranno ritornare».

Uno dei minori viene caricato in ambulanza all'aeroporto di Abu Dhabi

Uno dei minori viene caricato in ambulanza all'aeroporto di Abu Dhabi - Reuters

La decisione è stata criticata da numerosi utenti di X come una forma di consenso indiretto all'espulsione dei palestinesi da Gaza. «Non era meglio costruire un ospedale a Gaza invece di sfollare mille bambini con le loro famiglie dalla Striscia?», «Li lasciano sotto i bombardamenti e ora propongono di curarli», «E poi dove torneranno?» sono alcuni dei commenti.

Fin dall'inizio del conflitto i Paesi arabi, in particolare Egitto e Giordania, avevano respinto in maniera categorica l'idea del governo israeliano di espellere o sfollare la popolazione dalla Striscia di Gaza e sostenuto il diritto dei palestinesi a rimanere sulla loro terra.

I medici accolgono uno dei piccoli palestinesi ad Abu Dhabi

I medici accolgono uno dei piccoli palestinesi ad Abu Dhabi - Reuters

A Gaza si evacua l'ospedale al-Shifa. Israele: non l'abbiamo chiesto noi

Una intensa attività delle forze armate israeliane è segnalata oggi vicino a tre ospedali di Gaza. Nell'area dell'al-Shifa, il più grande, reparti dell'esercito estendono le ispezioni all'interno e sotto le strutture. In parallelo, riferiscono fonti locali, i militari hanno stretto d'assedio l'ospedale al-Ahli (Ma'amadani) e bombardato un'area vicina all'Ospedale indonesiano, nel nord. Bombardamenti pesanti si sono verificati nel nord della Striscia (a Beit Hanun e Jabalya) e a Nusseirat, nella zona centrale. Da questa località si ha notizia di decine di vittime.

È giallo invece su chi abbia diffuso un ordine di evacuazione dell'ospedale al-Shifa, con l'esercito israeliano che smentisce di aver dato un ultimatum di un'ora. Centinaia di persone avrebbero abbandonando a piedi la struttura, in maniera anche caotica, ma feriti e ammalati sono rimasti. L'esercito afferma che «non ha ordinato in nessun momento l'evacuazione dei pazienti o dei medici» spiegando che l'esercito «ha risposto a una richiesta del direttore dello Shifa per consentire ad altri abitanti di Gaza che erano in ospedale e che volevano lasciarlo, di farlo attraverso un percorso sicuro». «Il personale medico rimarrà in ospedale - ha aggiunto - per assistere i pazienti che non possono evacuare». L'esercito «ha suggerito che se ci sarà la richiesta di coordinare un'evacuazione medica, agiremo per abilitarla e trasferire i pazienti in altri ospedali; le équipe mediche rimarranno a beneficio dei pazienti che non vogliono o non sono in grado di andarsene». Nella notte, «l'esercito ha continuato a fornire cibo, acqua e aiuti umanitari all'ospedale».

Medici senza frontiere (Msf) fa sapere che sta cercando di evacuare parte del personale e le loro famiglie intrappolati nelle strutture dell'organizzazione vicino ad al-Shifa. Da una settimana il personale e le famiglie di Msf - 137 persone, di cui 65 bambini - non sono in grado di uscire a causa dei combattimenti.

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